martedì 30 agosto 2011

SI RICOMINCIA


Preso, preso, preso ... questo no ... non ho terminato di acquistare il materiale necessario per l'inizio della scuola.
In particolare mi "preoccupa" un quaderno piccolo con righe di seconda.
Forse dovrei andare a cercarne tra i miei qualcuno avanzato perché, dai tempi in cui è nata la moda dei quadernoni, i quaderni piccoli si trovano solo a righe e quadretti di quinta.
Farò un salto in segreteria la prossima settimana per sentire se sono arrivati i grembiuli.
Gli zaini nuovi sono pronti nello spogliatoio, ma mancano le scarpe!
I sandali non sono adatti per la scuola e le scarpe primaverili non vanno già più ...
Le scarpe da ginnastica per Federico, arrivato ormai al 36, le abbiamo trovate solo con i lacci ed è stata una bella soddisfazione scoprire che ha imparato in fretta come si usano. 
Mi sono resa conto che, sostenuti dalle nostre ansie e dalle moderne invenzioni,  il rischio è crescere bambini imbranati. 
Arianna è entusiasta all'idea di cominciare la prima, si sente grandissima.
Federico deve ancora finire i compiti delle vacanze ma mi ha dimostrato di essere capace di leggere cinquanta pagine in un giorno; se vorrà, riuscirà.
Alla fine sono contenti entrambi di tornare a scuola, soprattutto contenti di potersi incontrare nel corridoio prima dell'ingresso in classe, a pranzo, in qualche uscita scolastica, al concerto di Natale forse.
Anche quest'anno hanno scelto un'attività sportiva identica, sempre con lo scopo di stare insieme.
Dalla danza siamo passati al nuoto (peccato!) perchè: "Mamma l'estate prossima io devo saper galleggiare e Federico deve nuotare bene. E poi le piscine sono una di fronte all'altra e ci possiamo salutare con la mano quando facciamo il corso."
Si amano. 
Nel tema delle vacanze "Descrivi un componente della tua famiglia", lui ha parlato di lei: "Mia sorella è magra, è alta un metro e dieci centimetri, ha la bocca sorridente. Arianna è dolce e gentile. La cosa che mi piace di più è quando fa la burlona. E mi vuole tanto bene."
L'augurio che faccio loro è di sostenersi sempre a vicenda, tutti i giorni, anche in quelli di questo nuovo anno scolastico.

venerdì 26 agosto 2011

L'ORTO (QUASI) A CASA TUA

Avevo raccontato tempo fa che frutta e verdura arrivano a casa mia da un'azienda dell'Alto Adige.
Ormai è da un anno che utilizzo il loro servizio e sono abbastanza soddisfatta.
La qualità è buona, il prezzo ottimo, le consegne puntuali e comode (anche se non sono in casa, la cassetta viene lasciata dietro la mia porta d'ingresso), è possibile sospendere temporaneamente la consegna e modificare dimensione e contenuto delle cassette consegnate.
L'unico dubbio che ancora mi frulla per la testa è la provenienza dei prodotti.
Sul loro sito scopro, ad esempio, che le cipolle arrivano dall'Argentina. Non siamo forse in grado di coltivare cipolle biologiche in Italia? Insomma non mi va di far fare a queste cipolle tanti chilometri per arrivare a casa mia. Tanto vale allora comprarle con il resto della spesa dal sito di "santa Esselunga".
L'ideale sarebbe trovare una cascina vicino casa e comprare direttamente dal produttore.
Ma io sono troppo pigra per una soluzione di questo tipo ...



Ci sarebbe il famoso orto milanese, che è tanto in voga da queste parti se non si ha a disposizione un giardino.
In sostanza l'orto lo coltivi in vaso sul balcone e, se hai maggiore spazio a disposizione, puoi attrezzarti con il nuovissimo banco per orto di Cargo. Non devi piegarti, hai tutto a portata di mano e puoi spostarlo facilmente dove preferisci grazie alle comode ruote.
Perfetto per i milanesi doc!

Ma io non sono capace neanche di far crescere una pianta di plastica!
L'ultima in ordine di tempo che ha tirato le cuoia, o meglio le foglie, è stata una pianta grassa ... non so se mi spiego.
In questo caso credo che l'assassino sia stato mio marito, colpevole di averla annegata in mia assenza, ma tant'è, anche le piante grasse non durano a casa mia, figuriamoci i pomodori!

Gira che ti rigira, sul web intendo, ho trovato questo sito.
Si tratta di un'azienda agricola in provincia di Vercelli, che almeno è più vicina di Bolzano, il cui terreno è stato destinato in parte alla piantumazione di orti.
Si va sul sito, si definisce il numero di persone che mangeranno dei prodotti dell'orto, si decide di che grandezza deve essere e quali tipi di verdure vi devono essere coltivate, si aggiungono, volendo, delle aiuole di piccoli frutti, aromi, e fiori e poi si invia la richiesta.
Alla richiesta, non impegnativa, segue contratto da leggere con calma ed eventualmente firmare. 
Per i più fanatici c'è la possibilità, con costi aggiuntivi annuali, di creare uno spaventapasseri personalizzato con la propria foto, di trasformare gli scarti dell'orto in compost per nutrire lo stesso, di ottenere a fine anno un album fotografico che attesta i progressi dei "figliuoli", di realizzare una paletta in legno con nome del proprietario virtuale dell'orto.
Sul sito viene garantita la coltivazione secondo metodi tradizionali, senza utilizzo di prodotti chimici e OGM e con irrigazione a goccia per un maggiore risparmio di acqua.
Le verdure coltivate vengono inviate settimanalmente ed entro 24 ore dalla raccolta al proprio domicilio, senza costi aggiuntivi rispetto a quanto concordato (28 euro nel mio caso per 10 chili di verdura).
Viene fornita infine la possibilità, a chi abita nei dintorni o a chi è particolarmente curioso, di andare nel week end a visitare il proprio pezzetto di terreno e tutta l'azienda agricola.
Ho inviato la richiesta ma sono ancora indecisa sul da farsi. 
In ogni caso mi sembra un'idea carina e ho voluto per questo segnalarvela.

mercoledì 24 agosto 2011

MOSTRI CRESCONO



CURIOSITA' (Arianna)

"E come vedete, bambini, negli abiti maschili rinascimentali c'era questa piccola custodia in mezzo alle gambe, la potete vedere anche sui quadri dell'epoca, che serviva a mettere in evidenza le doti dell'uomo. Oggi sembrerebbe strano. Pensate se il presidente Napolitano andasse in giro con un abito così! Ma allora, oltre che utile in battaglia, si riteneva che l'uomo dovesse andare orgoglioso di certe parti del suo corpo ..."
"Io vorrei sapere ... perchè negli abiti delle donne non c'era?"

E tutti a  ridere.
Peccato che la piccola volesse dire, perchè le donne non dovevano mostrare nulla? :-)

CONOSCENZA (Arianna e Federico)

"Mamma, Federico mi ha detto che l'acqua delle bottiglie arriva dalle montagne. Si spaccano le montagne e poi si raccoglie l'acqua con un bicchiere ..."
"Ma che dici? Io non ho detto così! Ho detto che si spaccano le montagne e si raccoglie l'acqua con un secchio!"

SAVOIR FAIRE (Arianna)

"Mamma, con quel cappello sei semplicemente spettacolare!"

lunedì 22 agosto 2011

40

Un vestitino di lino bianco con una tasca a forma di cuore nel centro, di cotone rosso a pois bianchi. Dovevo avere non più di tre anni ma quest'abito lo ricordo perfettamente e non c'è in nessuna delle mie foto.
Il mare, la sabbia, la pineta, le telline, i cefali, le uova di seppia, il primo fiume, la barca, la lenza, i giornalini di Tiramolla, mia sorella nera di abbronzatura.
La scuola delle suore, le recite per la festa della mamma, le preghiere e i fioretti, il giardino, l'odore di caffè della vicina Saicaf, stare di guardia alla finestra per dire "è arrivata la mamma di ...", il gamellino d'acciaio, la maestra Patrizia.
I giochi in deposito con Carmela e Pia.
La mia amica delle medie Margherita che in realtà era amica soltanto di Teresa e ha risposto al mio invito su Facebook senza accettare la mia richiesta, continuando a snobbarmi ancora dopo tanti anni. Chissà poi perché. Per me lei era fantastica.
La gita di terza media con la classe dei maschi e sentire il viso diventare rosso alla prima parola scambiata.
Non trovare la classe il primo giorno di liceo ma essere in buona compagnia sulle scale con un altro alunno imbranato e incerto, quello che diventerà il mio migliore amico per i primi tre anni: Andrea.
I primi amori, il primo bacio (brutto), il primo grande amore e il primo bacio stupendo, l'esame di maturità e le coppe di gelato e macedonia con i bigliettini d'incoraggiamento di mia madre durante i giorni di preparazione.
L'università scelta più per amore di un ragazzo che di una professione, il colpo di fulmine per il professore di geometria e per la sua materia, anni e anni di angoscia, studio, lezioni, risate, alti e bassi.
I bambini della scuola popolare e il vangelo ritrovato.
Un nuovo fidanzato, l'ultimo, ed essere così incompatibili e così indivisibili.
Brindisi e il lavoro di lui, giocare a fare la moglie.
Essere stufa di giocare e pensare di cambiare strada. Poi commuoversi di fronte alla richiesta di fare sul serio.
Il lavoro, l'azienda e le persone che porterò sempre nel cuore, diventare ogni giorno più professionale e competente, le nascite, i matrimoni, sentirsi quasi in famiglia e poi dover dire un giorno che si va via per seguire la famiglia quella vera.
I trulli e la luna della mia festa di matrimonio.
La Toscana e l'Elba del viaggio di nozze, ricche di colori ed emozioni.
La pancia che cresce da subito, metterci su un lettore di cd con Chopin (sarà per quello che Federico ha un carattere difficile?), leggere tutti i libri possibili e poi vivere l'unica esperienza non raccontata rischiando di morire, due occhi interrogativi e profondi di un neonato che ti fissano.
Mio marito che va via, un'altra città, un'altra vita, mentre io la vita ce l'ho dentro per la seconda volta e non so che fare.
Anni difficili, momenti bui, la nebbia questa sconosciuta, la solitudine e la tristezza, la serie di dispetti reciproci, un nuovo lavoro, ricominciare e poi ricominciare ancora in un'altra città.
Che bella questa città! E le mie amiche.
Ritrovarsi, un pezzettino al giorno. Provare ad imparare insieme.
Il fresco della sera dopo l'afa del giorno. Assaporarlo tutto sul divanetto bianco nel cortile del valdirose. I proprietari che ti cantano "tanti auguri" con una piccola tortina a forma di cuore tra le mani, preparata appositamente per la colazione. I dettagli e le piccole attenzioni: bastano queste cose a rendere la vita bella.
Una torta improvvisata di biscotti di cioccolato e frutta perchè "mamma, oggi è il tuo compleanno ed è un compleanno importante e dobbiamo festeggiare ancora", Federico che ruba un biscotto prima che io riesca a soffiare sulla candelina, gustare il sapore di casa

Sono pronta ad affrontare il futuro che verrà.

domenica 21 agosto 2011

AUGURI




Se non puoi essere un pino sul monte,
sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore piccola saggina
sulla sponda del ruscello.
Se non puoi essere un albero,
sii un cespuglio.
Se non puoi essere una via maestra
sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole,
sii una stella.
Sii sempre il meglio
di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno
che sei chiamato ad essere,
poi mettiti a realizzarlo nella vita.

(M.L. King)

AUGURI PER I MIEI 40!

giovedì 18 agosto 2011

PUNTO DI VISTA



Mettiamola così: sarei veramente contenta di poter contribuire a risollevare le sorti di questa patria.
Dico sul serio. La cosiddetta tassa di solidarietà mi sembra ad oggi la sola proposta quasi equa e, se la sua introduzione salverà le pensioni, mi ritengo soddisfatta.
Peccato però che la tassa in questione sia appunto quasi equa.
Di fatto ad essa contribuiranno soltanto i lavoratori dipendenti, come sempre del resto.
Gli autonomi nel migliore dei casi aumenteranno le loro parcelle, nel peggiore evaderanno il fisco.
Come famiglia contribuiamo già con il cinquanta per cento del nostro reddito a tamponare gli sprechi, i disavanzi da furbizia italiota, le tasse non pagate dagli altri, gli stipendi esagerati degli inutili e ridondanti parlamentari e ciò di cui si deve far carico lo stato per sostenere enti creati appositamente per questioni di scambio di favori.
Ho dimenticato di sicuro qualcosa.
Non esagero tuttavia. L'incidenza reale e non quella teorica della tassazione sul reddito della mia famiglia è proprio pari a quella percentuale.
Ma va bene anche il 60%, capirai, lo ripeto piuttosto che toccare pensioni e ticket ... a proposito ma Bossi per una volta l'ha sparata giusta, aumentassero il costo delle sigarette! Chi vuol morire, paghi per farlo!
Vorrei capire però perché nessuna patrimoniale. I veri ricchi, quelli proprio ricchi ricchi, i proprietari di case, conti correnti all'estero, imbarcazioni e jet privati, perché non devono essere solidali anche loro? 
Non mi è chiara poi la questione province: perché soltanto alcune devono essere eliminate?
Le province non servono! In un'ottica europea non servirebbero neanche le regioni ... ma noi abbiamo l'euro e non abbiamo l'Europa, anzi ci arrabattiamo ancora in puerili liti tra terroni e polentoni.
Siamo tutti attaccati al nostro orticello. 
Il Presidente della Crusca che piagnucola con il Presidente della Repubblica ... ma per favore che vergogna!
Volete mantenere in vita la vostra accademia di studi sulla lingua? Bene, fatelo, trovatevi qualche sponsor e continuate a farlo. Ma non con i miei soldi per favore. 
Allo stesso modo vorrei che i miei soldi non andassero all'istituto delle case popolari, tanto si sa bene come funziona quell'ente lì e come vengono assegnati gli appartamenti e come vengono gestiti gli appalti.
E nemmeno alle varie pro loco. Il turismo vero non lo creano questi enti, ma gli operatori seri del settore. E tutto sommato un po' di fuochi d'artificio e luminarie in meno per le nostre pur bellissime ma attualmente sconvenienti feste patronali del sud, non guasterebbero.
Piuttosto date i miei soldi alla scuola, pubblica o privata che sia, purché sia Scuola con la S maiuscola.
L'italiano impariamolo lì, altro che Accademia, perché la nostra sola speranza non è in quella percentuale di tasse, non è in una manovra tappabuchi che cerca solo di non scontentare chi può creare problemi e di non toccare gli intoccabili, è nella crescita culturale e morale di ognuno di noi.

martedì 16 agosto 2011

TRADUZIONI

Negli ultimi giorni trascorsi a casa di mia madre, avendo passato numerose ore a riposo e in preda all'ansia, oltre che agli effetti eccitanti del cortisone, il mio principale svago è stato quello di girovagare per blog.
In particolare mi sono concentrata su quelli creativi.
Ho scoperto, cosa che immaginavo benissimo, che ci sono centinaia di bloggers di tutto il mondo che si dedicano alla mia stessa passione: le perle.
Le più brave secondo me sono le tedesche, insieme alle americane of course, responsabili  di aver inventato l'arte della bigiotteria. 
Ho visto di quei gioielli, soprattutto in tecnica peyote della quale sono particolarmente appassionata che, ragazzi, non sfigurerebbero in una vetrina Cartier vi assicuro.
Il problema principale per me è stato comprendere quello che le creative scrivevano nei loro post, soprattutto se le lingue utilizzate non erano inglese o francese.
Ho commesso così l'imprudenza di utilizzare il traduttore di Google.
E guardate qui cosa è venuto fuori, ungherese/italiano:

Gioielleria Pearl creo me stesso e gli altri a vedere.
Modello corsetto non è solo il tuo agymenéseimet proprio. 
Mi piace immergere una tecnica, kivesézni, poi gettare un periodo di tempo. 
Il fatto che taníthatom anche un grande piacere per me! 
Tutti manzo cose reali e sertésbôrbôl fatto.Varrottak mano. 
Se avete bôrtárgyra hai bisogno, non esitate! Borse, laptoptok, casi mobili, portafogli, o ciò che manca sei tu. Tutti gli animali del mondo Legszíveseben bôreimre cucire, ma nôcis, campioni pulcino può pianificazione! Viva l'ameba!

Una borsa con l'ameba? No eh!

venerdì 12 agosto 2011

TORNATA

Non ci avrei scommesso un euro: sono contenta di essere tornata a casa, anche se ora casa è lontana dalla Puglia.
Da ieri ho cominciato a stare un po' meglio, forse perché ho interrotto volontariamente l'ultimo antibiotico.
Mio marito si era informato preventivamente e stamattina mi ha portato in un centro pneumologico a Milano.
La visita è durata cinque minuti, forse quattro. La paziente che aspettava dopo di me, quando mi ha vista uscire, ha esclamato con tono preoccupato: "Sono veloci però!"
Ho cercato di rassicurarla dicendole che evidentemente nel mio caso erano più che sufficienti cinque minuti.
In sostanza il medico mi ha fatto un riassunto:
- ho avuto una broncopolmonite non grave
- l'antibiotico prescrittomi dalla guardia medica non ha mai guarito nessuno neanche dal raffreddore
- gli antibiotici prescritti dal medico amico di mio fratello avrebbero guarito anche un trapiantato di cuore, ma nel mio caso erano decisamente eccessivi
- la seconda radiografia era l'unica con diagnosi esatta di guarigione
- tutto quello che è successo da allora in poi sono stati strascichi più o meno normali, nel mio caso aggravati dallo stato di debilitazione fisica e mentale e dal successivo accanimento terapeutico del tutto inutile
La cura attualmente ordinata è riposo e obbligo di non misurare la febbre e non prendere medicinali!
Bene, direte voi, ora ti puoi rilassare!
Lo stavo facendo quando è squillato il telefono.
"Buonasera signora, parla la polizia municipale, vi stiamo cercando da un mese. La vostra macchina è stata seriamente danneggiata, vi aspettiamo sul posto per verificare insieme."
Su ditelo, tirate fuori il nome di chi ce l'ha con me!

mercoledì 10 agosto 2011

CUCCIOLO MOSTRO

Mi sarà venuta ormai l'avversione ai medicinali.
In verità l'ho sempre avuta. Evito in generale di assumerne, salvo nei casi veramente indispensabili.
Fatto sta che questo quinto antibiotico mi fa alzare bruscamente la pressione (intendiamoci al valore normale delle persone normali ma lontano dal mio standard) e mi dà la sensazione di mancanza di respiro e nodo in gola.
Così ieri sera erano tutti un po' preoccupati per questa reazione, che si è ripetuta anche stamattina.
Mio figlio, il cucciolo mostro, ha continuato a salire al piano di sopra della casa dove abita mia madre e dove c'è il mio letto, per verificare che fosse tutto a posto.
Alle undici mi ha trovata in preda ad un attacco di tosse e per tranquillizzarlo gli ho detto che forse era meglio se restava con me.
Gli ho proposto di leggere uno dei tre benedetti libri per le vacanze, mentre io girovagavo tra blog con l'intenzione di distrarmi e farmi passare la brutta sensazione. Che poi una volta credo di averlo scritto da qualche parte: che la mia peggior paura è di morire soffocata. 
Stranamente ha accettato e ha quasi terminato il libro, fermo a venti pagine dalla fine da tempo immemorabile.
Poi è rimasto a dormire nella stanza accanto.
Il fatto di averlo vicino ha aiutato anche me, mi sono sentita in breve meglio.
Piccolo cucciolo mostro. Vedi di fare il bravo anche quando mamma starà meglio! Tu e tua sorella siete la mia  più grande forza e ragione di felicità.

lunedì 8 agosto 2011

VENT'ANNI DOPO


Non ricordo più il tuo nome.
Ma non dimentico il tuo sorriso aperto e grato.
Eri anche tu lì su quella nave, la Vlora, come un punto invisibile in quell'ammasso indecente di carne umana.
Un giovane ingegnere fuggito insieme a donne gravide, bambini, delinquenti e padri di famiglia dalla tua amata ma invivibile terra: l'Albania.
Fosti ospitato dalla famiglia del mio fidanzato di allora e, per riconoscenza, ti desti subito da fare aiutando nel lavoro all'edicola che gestivano al quartiere Japigia.
Quanti ragazzi sono stati aiutati come te allora. Chissà quanti ricordi.
La città si strinse compatta attorno al suo sindaco Dalfino, tra i primi ad accorrere al porto per rendersi conto della drammatica situazione ed attivare gli aiuti.
La scelta iniziale di trasformare il decadente stadio della Vittoria in un improvvisato campo profughi non fu certo delle migliori. Ma non c'erano altre soluzioni immediate.
Di fatto i primi interventi si basarono sulla solidarietà di tutta la popolazione di Bari.
Raccogliemmo vestiario e viveri. Diffondevamo la voce e cercavamo tutti di fare il possibile.
Tra gli altri c’era anche l'indimenticabile vescovo di Molfetta, don Tonino Bello, che con la sua cinquecento faceva la spola per portare abiti,  vettovaglie e conforto alla bolgia infernale di disperati, stremati dal viaggio, dal caldo, dalla sete.
La catena di solidarietà non si interruppe per mesi dopo lo sbarco e nessuno si sentì di far proprie le aspre critiche giunte dal Presidente della Repubblica Cossiga al capo della città, definito poco felicemente cretino.
Poi venne il tempo del brutto risveglio, quando alcuni albanesi si legarono ai clan della malavita locale ed è storia ancora oggi irrisolta quella di un'immigrazione che possa essere gestita nella maniera più efficace possibile, senza rischi di guerre tra poveri e di infiltrazioni mafiose.
Ma oggi è il giorno del ricordo e a me viene ancora da cantare: "Accoglienza, prima dei ma e dei senza."
Perchè la si può pensare come si vuole, ma davanti all'immagine di un essere umano disposto ad attraversare il mare (o il deserto e il mare) in quel modo, lasciando tutto dietro di sè, non si può restare almeno un attimo in silenzio a colloquio con la propria anima.

venerdì 5 agosto 2011

VOGLIO TORNARE A CASA!!!

La buona notizia è che finalmente ho incontrato un radiologo competente ed un internista simpatico che mi hanno spiegato cosa è successo prima e a che punto sono ora.
Bronchite a sinistra, polmonite a destra. Uhm ... pare la situazione politica italiana.
La prima risolta, la seconda ancora leggermente evidente come da normale evoluzione della malattia.
Tralascio la polemica sul fatto che la radiografia l'ho chiesta io, visto che sull'auscultazione sembravano piuttosto interdetti, che gli esami del sangue sono pronti a metà, che pare impossibile che in un corridoio adibito a sala d'attesa per pazienti di pneumologia ci siano ben due ventilatori piuttosto potenti che raffreddano incessantemente l'aria a tutto vantaggio di medici e infermieri senza tener conto delle patologie dei poveri pazienti "pazienti".
Evito anche di pensare al signore, frequente ospite del reparto a quanto ho capito, che mi ha intrattenuta per mezz'ora sui suoi pregi e le sue malattie e mi ha salutata con un poco incoraggiante: "Auguri per la sua pelle! E' anche più importante della salute." 
Sarà che sono un pochino depressa, ma non l'ho inteso come un buon auspicio.
Mi soffermo invece sull'evidenza che ancora non sono stata, sigh, rilasciata.
Continuo la cura a base di antibiotico e cortisone e tornerò in ospedale martedì per l'ennesimo controllo.
Non posso partire insomma!
A casa c'è mio marito che, contrariamente a quanto affermato dall'internista conosciuto oggi, non è affatto contento di starsene solo soletto.
So che cercherà di fare del suo meglio ma sto già pensando a quanti strati di bucato da stirare mi attenderanno al ritorno, senza contare tutto quello che toglierò dalle valigie dopo queste cosiddette "vacanze".
Voglio tornare nelle "mie stanze", riporre le perline al loro posto, tutte belle in ordine.
Pensare anzi a come attrezzare un angolo della camera ospiti per realizzare un mini laboratorio tutto per me e la mia passione. Scattare le foto dei lavori che tra una febbre e un colpo di tosse sono riuscita ugualmente a produrre e postarle finalmente sull'altro blog.
Voglio tornare in tempo utile per permettere a Federico di ritrovare una routine tranquilla che gli consenta di fare ciò che gli riesce dei compiti delle vacanze. Giacciono ancora lì ... appena accennati.
Non vedo l'ora di andare a comprare zaino e quaderni per la piccola grande Arianna che comincerà la prima elementare!
E anche un paio di scarpe che vadano bene con gli acquisti numerosi che ho fatto nel mio negozio pugliese preferito, complici i saldi e soprattutto il cattivo umore.
Sogno il mio compleanno al B&B di Irene che sembra un posto davvero magico; ho prenotato già da un po', non posso mancare! 

mercoledì 3 agosto 2011

DELLA "SCIENZA" MEDICA E DELLA MIA ESASPERAZIONE

Post lungo e noioso sulle mie disavventure con i medici.
Se non avete voglia di deprimervi e non volete minare le vostre poche certezze sul dottore, lasciate perdere questa lettura.

Passi il dottorino della guardia medica di Chiatona accompagnato dagli inquietanti soccorritori Flick e Flock:  ha scambiato un problema serio per un raffreddore. Con i giovani bisogna essere comprensivi ...
Il 12 luglio, dopo sei giorni di febbre ininterrotta a 39, che scendeva solo sotto effetto di antipiretico, finalmente sono riuscita a convincere la mia famiglia (madre, fratello cardiochirurgo, compagna del fratello specializzanda in cardiochirurgia e marito) che dovevano ascoltarmi e approfondire la questione! O piuttosto ricoverarmi in neuropsichiatria perchè stavo rischiando la salute mentale oltre che quella fisica!
Non sono medico ma mamma. La mia idea è che se al terzo giorno la febbre rimane costante a quel valore, nonostante il dottorino della guardia medica ti abbia prescritto un antibiotico, se hai avuto per ventiquattro ore un dolore acuto alla base del polmone destro ed un formicolio persistente ad entrambe le mani, non sei semplicemente raffreddata!
Parentesi: circa il formicolio alle mani, che peraltro continua a tormentarmi a tratti alla mano sinistra, ho avuto finora ben quattro spiegazioni differenti (ansia, cervicale, disidratazione da febbre, effetto del virus/batterio anche sul sistema nervoso) ... chiusa parentesi. 
Io mi sono convinta al quarto giorno di febbre di avere una polmonite. Mi sono autoprescritta un aerosol a base di cortisone in aggiunta all'antibiotico e poi l'ho sospeso quando si sono finalmente rassegnati a farmi fare una radiografia.

L'esito della prima radiografia non rileva polmonite ma "accentuamento di (non mi ricordo più il termine) bronchitici". 
L'analisi del sangue invece mostra che i miei globuli bianchi sono morti e sepolti e la pcr, una proteina che viene prodotta in seguito a grandi risposte del sistema immunitario, ha un valore di 83 contro un massimo standard di 3.
Mio fratello, che la sera prima aveva sostenuto insieme alla sua compagna e in accordo con il medico di guardia, di non aver sentito rumori strani all'auscultazione, afferma: "Hai una bella bronchite che ha serie intenzioni di trasformarsi in polmonite! L'avevo avuto un sospetto ieri sentendoti."
Gulp!
Mi viene prescritta, da un medico non meglio individuato, una cura a base di due antibiotici, intramuscolo e per compresse e un antinfiammatorio. 
Parentesi due: le successive analisi del sangue, quindici giorni più tardi, mostreranno che la pcr è a 5, comunque fuori standard. Accanto al valore di riferimento c'è una postilla che recita pcr >3 = rischio cardiovascolare elevato. La stessa cosa pare essere valida per il mio colesterolo totale a 216. Chiedo lumi a mio fratello. Risposta: "Che c'entra, c'è scritto perchè gli esami li abbiamo fatti a cardiochirurgia ma non c'è da preoccuparsi!" .... 
Perdonate, non mi è chiaro. Sono o no attualmente e temporaneamente mi auguro, un soggetto a rischio cardiovascolare elevato??? O avrò il diritto di diventarlo solo dopo che sarò ricoverata in un reparto di cardiochirurgia dove, è noto, finiscono le persone con danni ormai tragicamente evidenti da rischio cardiovascolare elevato? Chiusa parentesi.

Siamo al 19 di luglio. Ho finito il secondo e terzo antibiotico ma, seppur si noti un netto miglioramento nella febbre che rimane intorno ai 37 - 37,3,  la tosse è aumentata.
Secondo prelievo di sangue. Chissà perchè la pcr non viene valutata, ma la ves è sempre alta: infezione in corso. 
Dopo qualche giorno la febbre si stabilizza sui 37,1 per qualche ora nel pomeriggio, mentre non ne ho per il resto del tempo. Ancora adesso è così.
Insisto per andare a visita da uno specialista pneumologo. Chiedo anche se non c'è da sospettare una tubercolosi. Si fanno tutti due risate. Ovviamente senza spiegazioni. D'altronde i cretini è meglio lasciarli perdere no? 
Insisto ancora per la visita. Mi mandano a fare una radiografia di controllo.

Ora, il succo di questa storia, so di annoiarvi, è che io sono un ingegnere, abituato a ragionare su numeri e dati concreti. 
Le due immagini radiografiche sono, a mio modesto avviso, perfettamente identiche. Ci volevo fare perfino un giochino estivo, tipo "Trova le differenze".
Considerato che la seconda è stampata su una carta più lucida e con maggiore contrasto, si potrebbe perfino dire che l'ispessimento bronchiale è maggiore nella radiografia di controllo. Ma si tratta senza dubbio di un effetto ottico.
Il radiologo, diverso dal primo, scrive "assenza di modificazioni pleuritiche e parenchimali" ecc. ecc. cioè sono guarita? Non ho una polmonite? Non ho una bronchite? Il radiologo precedente aveva bevuto? Boh.
Io continuo ad avere tosse e comincio a sentire dolori sparsi alle costole, alla spalla, al seno. A volte mi sembra perfino di avere un respiro sibilante.

Finalmente il 30 di luglio mi visita un primario della clinica di pneumologia universitaria del policlinico di Bari.
E qui si aprirebbe la diatriba tra medici universitari e medici ospedalieri e se viene prima l'uovo o la gallina, ma per ovvi motivi ve la risparmio.
La dottoressa, definita psicopatica dall'infermiera incaricata di farmi il terzo prelievo di sangue in venti giorni scarsi, mi visita e per la prima volta mi sento dire: "Non mi piace proprio come ventila a destra, non va bene."
Le radiografie non le dicono nulla, come non dicono nulla a me. E conferma il fatto che non differiscono di molto. Preoccupata per il primo valore di pcr, mi fa ripetere l'esame e mi aggiunge un controllo specifico per ricercare i germi patogeni più probabili per il mio caso.
Si ma qual 'è il mio caso? Voi l'avete capito finora? Io no! 
Intanto mi suggeriscono dalla regia (mio cognato) di dire alla dottoressa che sono stata in aereo e anche in albergo di bassa categoria con aria condizionata. C'è un allarme su infezioni prodotte in queste condizioni che possono dare conseguenze gravi.

Domenica 31 luglio la pneumopsicopatica mi rivisita, guarda le prime analisi, la pcr è a 5 e si tranquillizza (io no perchè purtroppo a me hanno insegnato che 5 è nettamente inferiore a 83 ma è sempre più grande di 3). 
Dice che oggi respiro meglio. Com'è possibile? Ieri ero preoccupante e oggi perchè un foglio dice 5 respiro meglio? Mio fratello azzarda l'ipotesi di broncospasmi. A volte respiro bene, a volte no. 
Le dico dell'aereo e del condizionatore e risponde che per quello mi ha chiesto di fare l'esame del sangue aggiuntivo. Lungimirante! Comincia quasi a starmi simpatica.
Dimentico di dirle che sono anche stata in un hammam ... vedessi mai.
Intanto i dolori e il senso di costrizione al petto sono peggiorati, la tosse a volte sembra ridursi notevolmente, a volte riprende.
Il medico mi prescrive, in attesa dei risultati dell'esame specifico, un antibiotico. Il quarto.

Fino a questo punto mi è chiara una cosa sola ed è un fatto positivo: non sono allergica agli antibiotici!
Ricapitoliamo: ho preso quattro antibiotici, tachipirina, antinfiammatorio, protettore gastrico, fermenti lattici, mucolitico, vitamine, integratore di acido alfa lipoico, integratore di resveratrolo, betaglucano in un tempo ridottissimo e questo fa saltare tutte le medie personali circa le assunzioni di farmaci dalla nascita ad ora! Considerando che io non mi ammalo MAI! (ma non lo dico più ...)
Domanda innocente al fratello e alla specialista: "Ma un po' di cortisone no?" (tanto ormai la statistica è saltata).
Ripeto, sono mamma e le cure del pediatra di qualunque regione italiana in cui ho vissuto finora in caso di sospetta, attenzione solo sospetta bronchite, finora sono state a base di antibiotico e cortisone. 
"Glielo dobbiamo dare il cortisone, tu che dici?", la pneumologa a mio fratello.
"Fai tu, sei tu la specialista, per me va bene tutto.
Il dubbio è lecito, ma io in che mani sto??? Mani di medici, temo uguali in tutta Italia. Se ti va bene azzeccano al primo colpo. Se ti va male, muori. E non sempre si tratta di malasanità. E' scuola di pensiero ...
Decidono che mi daranno il cortisone alla nuova visita di controllo che si è svolta oggi.

Arrivo e aspetto, senza mio fratello che intanto ha pensato bene di godersi una meritata vacanza.
Arriva anche la dottoressa e mi chiede: "Lei chi è?".
Va beh, penso, in fondo non mi conosce, anche se mi ha visto già due volte nei tre giorni precedenti ... d'altronde anch'io non ho una buona memoria per la fisionomia e ci ho fatto di quelle gaffes!
Arrivano altri due pazienti e lei ripete la domanda anche a loro. Con un'espressione meravigliata, le mostrano le ricette e le ricordano che è stata lei a dir loro di tornare. 
In fondo le infermiere sono come le parrucchiere. Nel pettegolezzo c'è sempre un fondo di verità, mi sa ...
Psicopatica!
Mi fa accomodare e pare ricordare perfettamente la situazione. Mi chiede delle analisi del sangue ma non sono ancora pronte. Mi visita e non si esprime. Mi insegna una serie di esercizi respiratori che dovrebbero farmi passare i dolori che, a suo dire, sono dovuti a contrattura dei muscoli a seguito della tosse.
Le ricordo il cortisone ... ottengo il cortisone!

Nel pomeriggio vado dal medico di base di mia madre per la ricetta del cortisone e, siccome è una persona molto disponibile e gentile, gli chiedo se posso ricapitolargli tutta la storia dall'inizio, perchè purtroppo ancora non ci capisco molto.
Premessa: ero già stata da lui ieri perchè anche Arianna aveva febbre e tosse, anche se stava già meglio. Avevo accennato al fatto e la prima domanda è stata: "Ma un po' di cortisone perchè non l'ha ancora preso?". La seconda domanda è stata: "Perchè non fa un esame dell'espettorato? Così per sicurezza, giusto per escludere altre patologie come la tubercolosi..." 
Secondo me questo medico nella vita precedente faceva l'ingegnere e molto probabilmente lo prendevano per cretino!
Contento della richiesta di ricetta per il cortisone, mi spiega che le radiografie sono immagini che vanno interpretate e ognuno le interpreta a suo modo, sorride all'idea che io non posso capire questo banale concetto, ho sempre odiato i filosofi! Ah la "Scienza Medica"!
Il secondo radiologo ha scritto assenza di ecc. ecc. perchè lui cercava polmonite in atto e della più banale bronchite non gli fregava nulla. Il medico di base sostiene che sarebbe stato più corretto riportare una diagnosi molto simile alla prima, segnalando un leggero miglioramento.
Sulla mia traduzione: "Quindi in sostanza ho una bronchite?", sorvola lasciandomi senza certezze anche lui.
Accenna alla legionella (quella dei condizionatori, alberghi e idromassaggi), sostiene ancora che dovrei fare un esame dell'espettorato; peccato che dovrebbero tirarmelo fuori con una sonda perchè in tanti giorni, pur soffocata dalla tosse, neanche il naso mi sono soffiata!
Mi visita. Per lui sono chiusissima, bronchi pieni di muco, ho ragione a lamentarmi. Inoltre si mostra convinto che sia un errore somministrare cortisone senza terapia antibiotica di supporto in sospetto di presenza di infezione. Il cortisone limita la risposta immunitaria e, se ci fossero batteri in giro, questi approfitterebbero della situazione.
Mi prescrive un QUINTO antibiotico, aggiunto di mucolitico, per tre giorni.

Ora ... ragazzi sono solo un povero ingegnere, vivo di certezze matematiche.
Venerdì dovrei tornare dalla pneumologa e dal medico di base che mi aspettano entrambi a braccia aperte. 
E di certezze ne ho molto poche se non che non mi sento in gran forma.
Non so proprio cosa fare ...

Post scriptum: per NHT, no, non torno in "Longobardia" prima di aver risolto il caso :-) resto dell'idea che non sia questione di regione ma di fortuna. Speriamo mi assista!