martedì 31 gennaio 2012

IN ARRIVO IL FREDDO

Sembrava che gennaio facesse apposta a tormentare la merla con il suo gelo, e alla fine il povero uccello, che non trovava più niente da mangiare, andò a chiedergli:
"Gennaio, me lo faresti il favore di andare via un po' prima?"
E lui, che tirava avanti da ventotto giorni: "Proprio non posso, io faccio il mio mestiere e duro quanto devo durare."
Allora la merla decise di usare l'astuzia.
L'inverno dopo ammucchiò un bel po' di provviste, poi si rintanò dentro un tronco cavo per tutto il mese e, appena gennaio se ne andò, uscì fuori fischiando:
"Di te non me ne importa, importa, importa! E quando te ne vai chiudi la porta!"
Ma a gennaio non piaceva essere preso in giro, e si offese talmente che andò da suo fratello febbraio per farsi prestare tre giorni.
Poi scatenò una tale bufera che la merla scampò per miracolo.
Andò a finire che gennaio decise di tenersi quei giorni in più e li fece diventare i più freddi dell'anno, mentre suo fratello dovette accontentarsi dei ventotto che gli erano rimasti.
E la merla?
Il freddo era tale che dovette rifugiarsi dentro un comignolo e ne uscì tutta nera di fuliggine.
Per questo i merli, che fino ad allora erano bianchi, hanno le penne nere come il carbone.

Se comincia a nevicare, giuro che mi tappo in casa come il merlo e me ne frego della scuola, del catechismo, della danza, del clarinetto, della psicologa e pure delle lezioni di yoga!

lunedì 30 gennaio 2012

CONFUSIONE

Si accavallano troppi pensieri.
Troppe cose da fare, troppi ricordi, troppe sensazioni, troppo.
Tocca fare ordine e silenzio.

mercoledì 25 gennaio 2012

MANCA LA TERRA SOTTO I PIEDI

E' una sensazione orrenda.
Ci metti sempre quei due, tre secondi, forse più, per renderti conto di cosa stia succedendo.
Io, ad esempio, per un attimo ho pensato fosse il treno che passa vicino casa.
Ma nessun treno transitava in quel momento e quando mi sono sentita spingere all'indietro, ho realizzato e sono uscita nell'androne delle scale.
Sono rimasta lì a guardare a vista il lampadario del soggiorno, immobile.
L'orologio a forma di fiore che sta in cima ad un sottile bastoncino di metallo, tremava ancora.
Ho deciso di rientrare in casa ma mi sono infilata le scarpe per precauzione e ho lasciato cappotto e telefono vicino alla porta di ingresso.
Sto in ansia per i bambini. Forse non se ne saranno neanche accorti, magari invece avranno avuto paura.
Come me nel 1980, quando passammo la notte fuori.
Eravamo accanto alla macchina da cucire di mamma e lei lavorava a dei sacchetti colorati che avrebbe appeso all'albero di Natale.
Non capivo perchè continuava a dirmi di smettere di spingere la macchina, visto che io ero immobile e intenta ad osservarla.
Sentimmo mio padre dalla cucina che con voce alta e leggermente preoccupata diceva: "Anna prendi i bambini e andiamo. C'è il terremoto."
Solo allora ci accorgemmo della forte ondulazione dei lampadari.
Passammo la notte fuori, ricoverati in un piccolo gabbiotto che fungeva da portineria per il deposito locomotive.
Ogni piccola scossa di assestamento nei giorni successivi ci incuteva paura.
Dormivamo con le scarpe vicino al letto e i cappotti a portata di mano.
Guardavamo i telegiornali che parlavano di morti, macerie, mostravano immagini di nonne in lacrime e vigili del fuoco o gente comune che scavava.
Qualcuno fu trovato ancora vivo diversi giorni dopo quel 23 novembre e noi bambini seguivamo quelle notizie con paura e attenzione.
Mi auguro sia finita qui e che non ci sia da rivivere certi ricordi.

venerdì 20 gennaio 2012

HIVER


La cosa buona dell'inverno è che tè e letture hanno più gusto.

martedì 17 gennaio 2012

LA VITA E' SEMPRE LA NOTIZIA PIU' BELLA


Abbiamo condiviso una scrivania e degli appunti.
Abbiamo mangiato alla stessa tavola e scherzato sulla mania della sua fidanzata di rilavare a fondo le pentole se solo presentavano un leggero alone arcobaleno.
Abbiamo avuto paura degli stessi esami e degli stessi professori.
Non ricordo più quando A. si è laureato, nemmeno esattamente quando ha cominciato la sua vita in Piemonte per lavoro.
Ricordo perfettamente invece come la sua casa di studente fuori sede fosse sempre aperta: bastava citofonare e si era accolti per una chiacchiera, una merenda, una spiegazione.
Non ci siamo mai persi di vista, o meglio, siamo sempre rimasti in contatto anche se purtroppo solo nelle occasioni canoniche.
Tutti gli anni si stupisce di come io riesca a ricordare la data del suo compleanno e da qualche tempo mi è molto più facile perchè cade il giorno prima di quello di mio figlio.
Sapere oggi che assistere al parto della sua compagna è stata l'emozione più forte della sua vita, ha fatto emozionare e commuovere anche me.
Grazie per il messaggio!
E auguri a voi tre, Peter Pan, Trilly e L.

lunedì 9 gennaio 2012

MONOPOLI


L'avevano ricevuto in dono i mostri non ricordo quanto tempo fa.
Ci giocavano, non senza diletto, quasi fosse una tavola dell'oca.
Realizzato che non ne conoscevano le regole, non sapevano a cosa servissero le case verdi e gli alberghi rossi, cosa fosse un'asta e tanto meno un'ipoteca, non ho potuto resistere.
Ieri si è svolta la prima partita familiare di Monopoli.
E' durata due ore e si è conclusa alla prima bancarotta per incontenibile crisi isterica del giocatore che non tollera di poter perdere.
Mi è sempre piaciuto molto il Monopoli.
Eravamo in cinque, quattro femmine di età compresa tra sei e dodici anni e un maschio di nove. Il tavolo, sempre lo stesso. Le partite, lunghissime.
Ricordavo ancora abbastanza bene tutte le regole.
Certo son cambiati i segnalini e non c'è più il mio amato funghetto, scambiato tristemente con un metallico ditale. D'altronde il ditale ormai mi si addice.
Sono cambiati i prezzi dei terreni e delle case così il gioco si è mantenuto decisamente al passo con i tempi!
Da adulti non è più solo un passatempo, il Monopoli è la metafora della vita.
Ci sono gli imprevisti a cui far fronte e le possibilità di essere felice per un po'.
Si passa sempre dal via prima o poi e tocca ricominciare da zero, spesso senza neanche il contentino dei duecento "euro" (come si chiameranno i soldi del gioco?) perchè si capita subito sulla casella della tassa patrimoniale.
Non si può mai star tranquilli: basta trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato ed è finita, sei fuori gioco.
Bisogna saper fare affari, contrattare, convincere, blandire l'avversario affinchè ti ceda corso Raffaello di modo che tu possa fare tris e risollevare il tuo patrimonio e il tuo umore.
In questo non sono brava, nè nel gioco, nè nella vita. 
Io e la diplomazia siamo due poli opposti che neanche si attraggono.
Il viale dei Giardini e il Parco della Vittoria restano spesso un sogno irrealizzabile, ma in fondo che importa? Anche la casetta ai Bastioni Gran Sasso è una soddisfazione.
Si finisce in prigione, senza un perchè. Come quando vorresti volare ma non hai ali, stai per sorridere ma una parola sbagliata ti impedisce di farlo.
Non ho vinto, non ho perso. Le mie tre stazioni (oh amati treni!) mi hanno consentito di sopravvivere dignitosamente, di pagare la cauzione le quattro volte che sono finita in prigione, di non avere debiti con nessuno.
Sarebbe bello se la vita reale andasse allo stesso modo e finora sono stata molto fortunata.
Ma una cosa è certa: se dovessi perdere, non smetterei di sognare.

domenica 8 gennaio 2012

E QUANDO ...

... pensi di aver trovato un equilibrio, un senso e uno scopo e sei convinta che stai dando il meglio di te.
Quando credi che certi fantasmi non riappariranno perchè i fantasmi non esistono.
Quando ti senti realizzata per le cose semplici che fai, sei felice di aver lavorato tanto per esse e intravedi la strada davanti a te.
Qualcuno ti ricorda che non è abbastanza, che si viaggia a velocità diverse.
Non so se ti raggiungerò mai.

giovedì 5 gennaio 2012

2012

Il 2011.
L'anno dei quaranta.
L'anno degli occhiali e della disortografia.
L'anno del clarinetto e del rinnovato amore per la danza.
L'anno di Madrid, Firenze, Roma, un pezzetto di Piemonte e due puntatine in Veneto.
L'anno della polmonite.
L'anno del ritrovarsi.
L'anno della prima elementare.
L'anno di storia, scienze e geografia.
L'anno in cui è ricomparso un regalo per me sotto l'albero.
L'anno della mostra di gioielli e di due mancati mercatini.
L'anno della sesta casa in nove anni.
Un anno sereno, senza grandi preoccupazioni, senza lunghe liti, senza tante lacrime.
Con la speranza di riuscire a fare meglio nel 2012.
Se Dio vuole  ...
Buon anno nuovo!