domenica 31 luglio 2011

RICORDI CARTACEI

Due barboncini bianchi in tutù rosa di velina plissettata occhieggiano dal centro del cartoncino.
Segue un coniglietto che spalanca le braccia per stringerti forte.
La porporina, così si usava dire un tempo al posto di glitter, illumina di bagliori oro e argento le letterine di Natale e Pasqua datate 1976, 1977 e così via fino all'ultima donata ai genitori da mia sorella più piccola nel 1986.
Fogli di carta ingialliti, strappati da quaderni recuperati su qualche scrivania, riportano frasi d'amore nella caratteristica e alquanto incomprensibile grafia di mia madre.
Cuoricini, stelle, lettere cubitali, caratteri tipografici di ogni genere o semplici disegni di bambini continuano a ripetere incessantemente buon compleanno, tanti auguri, ti amo, grazie papà.
Mia figlia ha aperto una delle due scatole posate sul ripiano più basso del mobiletto tv.
Erano ben chiuse con nastro adesivo di carta, quello degli imbianchini per intenderci, e su ognuna delle due è stato incollato un foglio a mo' di etichetta: ricordi cartacei di Angelo, ricordi cartacei di Anna.
Quando le ho viste lì, mi hanno lasciato un po' di amaro in bocca. Mi sono sembrate quasi un testamento.
Mia mamma ha detto che ha fatto ordine e pensava di sistemare i due contenitori di vita altrove.
E ha aggiunto che, insieme a  mio padre, si è molto divertita a rileggere ogni parola.
Quante parole d'affetto si possono scambiare in quarantadue anni di vita insieme?

sabato 30 luglio 2011

BILANCIO DELLE VACANZE AL MARE

Ricapitoliamo.
I bambini hanno passato 45 giorni a Chiatona, di cui almeno la metà in spiaggia per circa due ore al giorno.
A volte è capitato di raddoppiare la dose a quattro ore al giorno, considerando quelle del pomeriggio.
F. è stato in casa per oltre una settimana causa tosse.
A. ha saltato diverse giornate per via del maltempo, ma lei non ama molto il mare e non le è dispiaciuto affatto.
Sono andati insieme in pineta una sola volta con il padre.
F. ci è andato due volte, di cui una dedicata ad una sessione di corsa. Quanto sono felice per questo! Che padre e figlio condividano finalmente qualcosa che sia soltanto loro.
Io la pineta non l'ho vista se non da lontano e, cosa più sgradevole, non ho potuto godere del canto delle cicale che trovo più rilassante di un massaggio thai.
In compenso ci sono state occasioni per poter passeggiare a lungo sulla spiaggia. Cosa che io amo moltissimo.
Abbiamo pescato una seppia con le mani perché doveva essere caduta da una rete. Abbiamo anche "ammirato" (i bambini erano davvero entusiasti) un pesce spiaggiato lungo circa ottanta centimetri e dal peso stimato di quasi quattro chili. Un cefalo? Io dico di si, mio marito sostiene di no.
Non abbiamo raccolto né granchi, né telline perché il mare quest'anno si è mostrato davvero poco generoso: poche telline, nessun granchio, non si è vista una sogliola, nessuna notizia di punture di tracina, nessun avvistamento di meduse, rare alghe, paguri scomparsi, stelle marine inesistenti. Inquinamento? Acqua troppo fredda? Troppe mareggiate? Non lo so, ma non è stato piacevole.
Ho passato una decina scarsa di giorni in costume, il resto divisa tra letto, tavolino del patio, e di nuovo spiaggia in versione inverno; canottiera e maglietta sono servite a non far tornare neanche i pochi decimi di febbre che mi hanno tormentato fino a qualche giorno fa.
Il medico specialista consultato oggi dice che non sto bene e che bisogna approfondire.
A., dal canto suo, è partita da Lodi dopo due giorni di febbre ed è tornata a Bari con la febbre. Mai successo in estate!
Ho incontrato mio fratello diverse volte e tutte le volte ho dovuto chiedergli di portare ed utilizzare il suo fonendoscopio. Avrei preferito incontrarlo in situazioni diverse!
La sua compagna è ... indefinibile al momento. Con l'età s'impara a non sbilanciarsi, anche se un'idea ce l'ho.
Ho gradito moltissimo la visita di Tamara, quella di Grazia e quella di Antonella con i suoi tre piccoli adorabili etiopi. Grazie! 
Ho lottato molto con F. per via dei compiti delle vacanze; alla fine mi sono arresa. Piuttosto tornasse a scuola senza aver finito e cominciasse a capire che nella vita ognuno è responsabile quanto meno di sé stesso.
Sono stata felice che mio marito godesse di ben tre settimane di ferie, senza ammalarsi! 
Mi spiace che oggi sia partito e non so ancora quando lo rivedrò.
Luglio è passato, e come ha detto un vecchio amico di famiglia, è sembrato più un dopo ferragosto.
Strana, stranissima estate. 
Quest'anno aspetto volentieri l'autunno.

martedì 26 luglio 2011

QUARANTADUE


A voi che ancora vi scambiate fiori e bigliettini per San Valentino.
A voi che avete cresciuto sei figli mettendocela tutta.
A voi che amate infinitamente sette nipoti e dareste la vita per tutti noi.
A voi che ci avete insegnato che non esistono difficoltà insuperabili quando c'è la voglia di farlo in due.
A voi che siete lontani ma sempre tanto vicini.
A voi che ora fate tenerezza.
TANTI AUGURI mamma e papà!

lunedì 25 luglio 2011

NOVE


In questi nove anni l'unico ingrediente che non abbiamo usato nelle giuste dosi sono state le risate.
L'augurio per i prossimi quaranta, cinquanta anni, chi può dirlo, è di imparare insieme a diventare cuochi perfetti.
Una cosa però è certa: oggi ti sposerei ancora.

venerdì 22 luglio 2011

LA PESCA

Balzavo in piedi in un attimo, nonostante l'ora poco invitante dell'alba.
Facevo colazione e mi preparavo in un attimo, conscia della fortuna che mi era capitata.
Di solito ci andava mio fratello a pesca, le femmine erano più un impiccio.
Indossavo il costume, un giubbino e le ciabatte da mare.
Queste ultime le toglievo appena raggiunta la spiaggia per godermi quella sensazione unica che ti dà la sabbia fredda e grigia del mattino.
Aiutavo a spingere il carrello della barca sulla passerella di cemento. Sulla spiaggia, dove era più faticoso, continuavano i maschi.
La barca scivolava dal carrello in acqua, il motore era tenuto su fino ad una profondità adeguata all'avvio.
Il calore dell'acqua contrastava con il fresco della sabbia. Saltavo su in barca.
Mio padre in piedi, con il suo solito costume di lana nero e la maglia intima di lana chiara, che non si consumavano mai negli anni, remava fino a portare la barca al largo.
Abbassava il motore finchè l'elica entrava nell'acqua. Tirava per due, tre, a volte sei o sette volte la manovella che consentiva di avviare il tre cavalli.
Fissavo la schiuma che si formava attorno all'elica e mi godevo il sole che cominciava a riscaldare la pelle, fino a quando il giubbino diventava insopportabile.
Ci fermavamo in un mare blu nero, dove riuscivi a vedere la lenza per qualche decina di centimetri. Spariva nelle profondità dove cercavo di immaginare fondali luminosi e popolati di creature benevole ma lo sforzo di immaginazione non toglieva il brivido di paura che il non poter vedere il fondo provoca.
Gettavamo l'ancora, un sasso legato ad una corda. Mio padre contava a braccia i metri di fune che scendevano per stabilire la profondità e decidere se era davvero quello il posto più adatto alla pesca.
A volte ci spostavamo, coordinate piuttosto improbabili, dritti di fronte alla casa dei Percoco guardando la spiaggia e verso il terzo camino dell'Ilva, guardando Taranto.
Papà mi metteva l'esca e mi diceva di quante braccia dovevo calare la lenza per prendere i miei pesci preferiti: saraghi e vope, qualche donzella colorata. A mezz'acqua. 
Lui diceva che ero bravissima perchè nervosa, al primo sussultare della lenza scattavo come una molla e il pesce restava impigliato nell'amo. 
Era bellissimo tirare su la lenza e sentire quel corpo vivo che tentava invano di liberarsi. Sembra crudele, lo so, ma per me bambina era un'emozione unica.
Papà ci raccontava aneddoti di pesca e proverbi sui venti; alle dieci tutti a casa, tra le onde che cominciavano a infrangersi lunghe sulla spiaggia.
Ci attorniavano grandi e bambini, curiosi del contenuto dei nostri secchi.
L'acqua era fredda, in contrasto con il sole preso sulla barca.
Ci tuffavamo e restavamo a giocare tra gli spruzzi.
Cosa darei per ritrovare quella bambina felice ...

martedì 19 luglio 2011

UFFA

Non ho più febbre, tossisco come un cane con il cimurro, mi sento come se mi fosse passato sopra un tir e ho qualche livido di troppo che mi impedisce di stare comodamente seduta.
Domani, chi se ne frega, vado al mare!

venerdì 15 luglio 2011

AL MARE COME ME


Al mare, come me, riempi le lenzuola di sabbia e non si capisce come fai.
Al mare, come me, dimentichi di avere il costume umido e lasci il segno sul tuo letto.
Al mare, come me, ti diverti da matti ad andare incontro alle onde. Io dicevo "Che bello!", tu urli "Che sballo!".
Al mare, come me, dopo un po' che sei in acqua cominci a tremare come una foglia e ti tocca uscire anche se non vorresti.
Al mare, come me, hai paura dei coleotteri neri che camminano sulla sabbia. Quando avevo due anni, ho tenuto mia mamma in casa per quasi un mese per via degli insetti. Tu invece ti limiti a scansarli e ad indicarli con il dito.
Al mare, come me, non conosci l'uso delle scarpe. Ti dico un segreto: quando non ci sei, cammino scalza sul marciapiede e per strada. Nulla ti dà un maggiore senso di libertà. Ma tu non farlo, può essere pericoloso!
Al mare, molto più di me, sei bellissima!

mercoledì 13 luglio 2011

RECORD

Quest'anno riuscirò a battere il record di 38 giorni al mare, un solo bagno e, se tutto va bene, una decina di giorni in spiaggia, compresi quelli già trascorsi.
Me l'avevano detto che a quarant'anni comincia il declino ...

domenica 10 luglio 2011

PST: Per Soli Temerari

Sabato 9 luglio, ore 07:30 circa.
Mi alzo con la testa che gira come una giostra.
Raggiungo a fatica il bagno e metto le mani sotto il getto corrente di acqua fredda, nella speranza di attutire il fastidioso formicolio alle mani che mi ha tormentato per buona parte della notte.
Sento che sto per svenire. Torno a letto.
Misuro la febbre, ancora 39,1.
Mia mamma dice che alle otto aprirà il PST, presidio sanitario turistico, un po' di pazienza.
Alle otto in punto siamo lì.
C'è un soccorritore dall'aria spaesata che sta pulendo i locali.
"Buongiorno, è arrivato il dottore?"
"No signora, il dottore arriva alle 10:00. Oggi è sabato."
Guardo il cartello sulla porta d'ingresso. Oggi è sabato e il dottore arriva alle dieci e va via alle 19:30 e così domani domenica, mentre dal lunedì al venerdì il dottore c'è dalle 10:30 alle 16:30.
Se venite a fare il bagno da queste parti, per favore evitate di annegare nelle ore non coperte dalla guardia medica!
"Che problema hai signora?"
"Ho la febbre da due giorni."
"Si, ma poi ha altri problemi.", si affretta ad aggiungere mia madre.
"Cosa c'è signora? Hai il ciclo?"
"No, no, non è quello, mi formicolano le mani e ho un dolore tra le costole a destra."
"E che ti devo dire? Se puoi aspettare fino alle dieci ... altrimenti vai alla farmacia e fatti dare qualcosa per la febbre."
E intanto magari muoio d'infarto!

Ore 10:00.
"E' arrivato il dottore?"
"Non ancora, aspettate qui."
Ore 10:30
"Ecco vedi, ha ragione Brunetta, qui ci vorrebbe Brunetta ora!"
"Si mamma, va bene, ma ora stai calma, non cominciare con le solite sceneggiate."
Ore 10:35
"Buongiorno signora, cosa è successo?
Descrivo i sintomi al dottore che ad occhio giudico debba essersi laureato poco prima dell'estate.
Sempre meglio della dottoressa che c'era lo scorso anno, penso. Si vociferava che fosse dottoressa si, ma in biologia!
"Va bene non si preoccupi. Sentiamo il polso. Il polso è buono. Sentiamo i bronchi. Non si sente niente di particolare. Ora facciamo un elettrocardiogramma, visto che abbiamo la possibilità. Vincenzo, Maria venite a preparare la signora per un ecg."
Arrivano il soccorritore della mattina ed una collega, un donnone con gli occhiali spessi un dito e i capelli biondo platino.
"Venga signora, si stenda che ora facciamo l'ecg e poi mandiamo i dati a Bari, addirittura! Vincè, vattin, lo vuoi capire o no che non devi stare qui? Me la vedo io con la signora!"

Se non mi sentissi male, questa sarebbe la giornata più divertente degli ultimi venti giorni.

Il dottore intanto si offre di misurarmi la pressione.
"Dov'è lo sfigmomanometro?" 
"Non lo vedo dottore. Ah ecco è lì nella vetrina! Ti eri spaventato eh dottò?"
"Ci vuole ben altro per spaventarmi! Avrei preso il mio dalla macchina."
Povero dottorino neolaureato ...
Squilla il telefono e la pressione me la misura Maria.
"Allora Maria quanto ha la signora di pressione?"
"100/60 dottò."
"No, non è possibile!"
"E' possibile dottore, non si preoccupi. Ho la pressione bassa e ho preso la tachipirina."
Collegano l'apparecchio dell'ecg alla linea telefonica, ma chiamano da Bari e dicono che la trasmissione non è corretta.
"Marì ma che hai combinato?"
"E che ne so? Eppure si sentiva bene il suono quando l'ho fatto! Ah guarda non ho collegato un coso qui ..."
Coso, sarebbe un elettrodo.
Per la cronaca l'ecg l'hanno ripetuto tre volte.
Alla fine Vincenzo non ha resistito alla tentazione di guardare un seno nudo da più vicino, fino a quel momento aveva tentato di spiare da dietro la tendina, e con la scusa che Maria non era capace è venuto ad aiutarla.
"Non si preoccupi signora, non la ammazziamo!"
"Non mi preoccupo Vincenzo, non mi preoccupo ..."
"Signora, può stare tranquilla, lei ha solo preso un colpo di freddo. Il dolore è dovuto a quello e il formicolio dipenderà dalla cervicale. In ogni caso le prescrivo un antibiotico. Mi raccomando si riposi. Dove abita?"
Bravo il dottore! A scanso di equivoci, un antibiotico per la bronchite che credo di avere mi sembra la scelta più adeguata :-)
"Lodi", dico mentre porgo il tesserino sanitario.
"Lodi provincia di Lodi? Ma è andata a mare?"
"Si prima che mi venisse la febbre ho fatto il bagno."
"E si vede che lei non è abituata al mare!"

E si vede, mannaggia! Più che l'età, probabile causa del mio improvviso cedimento, mi preoccupa la lombardizzazione! 

venerdì 8 luglio 2011

SECONDA SETTIMANA

Il sole è arrivato, era ora.
L'azzurro sfavillante del cielo è poesia per gli occhi.
L'acqua del mare comincia leggermente a scaldarsi, sempre nei limiti della temperatura ionica.
Ho fatto il primo bagno ... e ora ho la febbre.
Ho capito che quest'anno va così.
Domani arriverà mio marito, trasportato da due treni, un aereo, un autobus e un taxi.
Chi glielo spiega che in questo specifico caso l'aereo non è il mezzo di trasporto migliore?
La testardaggine è difetto di famiglia a quanto pare.
L'ossimoro "compiti delle vacanze" ci tormenta. Tre frasi in due giorni ...
E al ritmo di due pagine al giorno, finiremo di leggere i libri assegnati dalla maestra per Natale circa.
Io non ho mai amato particolarmente studiare, ma ho sempre fatto il mio dovere al massimo delle mie possibilità.
Sono molto arrabbiata per questa mancanza di voglia di impegnarsi e non trovo più parole nè di rimprovero, nè di comprensione.  
Ieri ho potuto riabbracciare Tamara e sua figlia.
Un nuovo raggio di sole che si è aggiunto a quelli del cielo.

martedì 5 luglio 2011

EMERGENZA

Cito da un dizionario.

EMERGENZA
1 Circostanza, difficoltà imprevista
2 Situazione critica, di grave pericolo

Che la situazione dei rifiuti a Napoli sia critica e di grave pericolo per la salute dei cittadini, non ho dubbi.
Ma che si tratti di una difficoltà imprevista ...
Ricordo di essere stata in Campania, non mi pare a Napoli, forse nei dintorni di Salerno, circa quindici anni fa.
La cosa che mi colpì maggiormente di quel viaggio furono i cumuli di rifiuti che si contavano numerosi lungo le strade cittadine ed extraurbane dei paesini che attraversavamo.
Non so perchè la situazione sia questa, e perchè sia ordinaria io credo.
So soltanto che non è dignitoso accettarla e subirla. Non è onesto contribuirvi in qualche modo.
So anche che conferire i rifiuti nelle regioni limitrofe, cosa che sta scatenando non soltanto le polemiche leghiste ma anche critiche aspre da parte delle amministrazioni locali di tali regioni, in primis la Puglia, non è la soluzione.
E' come la storia dei campi nomadi. Se li spazzi via di qui, il giorno dopo te li trovi lì e non è umano per nessuno.
Ma io volevo parlare di un'altra emergenza. L'emergenza estate.
Qui piove, tira vento e fa freddo.
Non ci sono più i luglio meridionali di una volta.