martedì 1 agosto 2023

LA MATURITA'

Passavo in bicicletta in un bosco fatato, profumato di more, ortica e finocchio selvatico.

Tracciato da un sentiero di asfalto cui la natura non si rassegnava, segnandolo di solchi possenti di radici impavide e fiere.

Ci vivevano una dozzina di conigli, con le loro code a pompon, amorevolmente realizzate con la maglieria magica da qualche fata sbarazzina.

Mi saltellavano davanti alle ruote sporche di polvere, impauriti loro, sorpresa e grata io.

Tutto era perfetto, pur nella sua imprecisione.

Poi è arrivata la tempesta.

Ha pettinato il bosco, divelto gli alberi con le radici più deboli, portato via nel vento i coniglietti.

O almeno, credo.

Ne è rimasto uno soltanto.

Così si impara da maggiorenni a immaginarsi soli, in prospettiva.

Si rifanno gli stessi errori, con la speranza che alla maggiore età – appunto - a diciotto anni da quella prima volta in cui un uomo preferì la carriera alla moglie e perfino ai figli, non ci si ritrovi coinvolti in un dejà vu. 

Facili soluzioni a problemi complessi, come una madre anziana, due figli adolescenti, il tuo dolore mai sopito, i tuoi fallimenti pesanti.

Rifaccio la strada, incespicando tra i solchi di possenti radici impavide e fiere.

La musica è profetica.

Passa da “A un passo dal possibile, a un passo da te” che fu di così dolce tepore in quel periodo terribile di smarrimento in terra straniera a “Impareremo a respirare, nuove distanze ci riavvicineranno” – speriamo a noi stessi, perduti e sperduti – per arrivare all’allegria trasbordante e malinconica di Juanita guantanamera.

Su chi puoi contare unico coniglietto resistente alle tempeste?


https://youtu.be/b3oxFc_CnVw

martedì 21 marzo 2023

5 IN FILOSOFIA

È tutta una questione di prospettiva.

L'ho imparato da ragazza, frequentando da volontaria i quartieri dei "delinquenti".

Visti da vicino, diventavano vittime, poveri, sfortunati incolpevoli.

I bambini, soprattutto.


Da adulta mi rendo sempre più conto che non è solo questione di proiezione spaziale e punto di osservazione, ma anche di contrazione o espansione del tempo. 

Viviamo istanti densi che sembrano nulla, o quasi. Il tempo segue logiche che non rispondono alla logica che ci siamo imposti con gli orologi. 

Ce ne accorgiamo rivedendo un video di una vacanza, ad esempio. 

Davvero abbiamo fatto così tanto, vissuto così tanto, cambiato espressione millemila volte in un giorno ed è tutto passato così in fretta che solo una macchina fotografica o una videocamera possono tenerne conto?

Dimentichiamo. Troppo. Troppo velocemente. 

Siamo trascinati dal fiume della vita e non ci accorgiamo di quasi nulla. 

Non siamo sincroni con il nostro andare. 

Nemmeno con il nostro amare.

Sbilenchi, dal punto di osservazione sbagliato, credendo che il tempo non passi mai, quando invece ci svolazza attorno. 

Ciechi, sordi, inconsapevoli dello spreco.

sabato 18 marzo 2023

UNDICI ANNI DOPO

Ne è passata di acqua sotto i ponti. 

È tempo di tornare, forse. 

domenica 16 dicembre 2012

SETTE


Sette i colori dell'arcobaleno.
Sette i nani e sette i capretti.
Sette i colli e sette i re.
Sette fanciulli e sette fanciulle inviati nel palazzo di "tuo padre" Minosse.
Sette virtù e sette vizi.
Sette i bracci del candelabro.
Sette gli dei della felicità.
Sette i doni dello Spirito e sette sono i sacramenti.
Sette le note musicali e con esse infinite melodie.
Sette meraviglie al mondo e sette i giorni nella settimana.
Sette sono i pezzi del Tangram.
Sette le vite di un piccolo gatto.
Sette spose per sette fratelli.
Sette i libri del maghetto.
Sette mesi e due anni quelli meno di tuo fratello.
Settimo cielo ho toccato vedendo per la prima volta la tua faccia buffa.
Sette sorrisi in uno solo, sette anni meravigliosi con te.
Auguri stellina!

lunedì 28 maggio 2012

90


Saranno venti anni che sento ripetere da mio padre che non gli resta molto tempo davanti.
E invece qualche giorno fa ne ha compiuti novanta di anni.
Circondato da quasi tutta la famiglia accorsa da ogni parte d'Italia per festeggiarlo.
Mancavano solo un paio di nipoti e una nuora.
Una figlia che lo avrà guardato ed accarezzato di certo dal cielo.
E' stato bello. 
Troppi piatti, troppi bicchieri, troppe posate e troppo cibo.
Era commovente l'ansia di mia madre affinchè fosse tutto perfetto.
Quel suo volermi mandare a comprare delle olive e delle mozzarelle (mi sono rifiutata) casomai il pranzo del catering non fosse stato sufficiente.
Sarebbe stato sufficiente a sfamare anche un esercito.
E in fondo lo siamo stati un piccolo esercito, compatti attorno al giovanotto che mi è sembrato più stanco e confuso del solito, ma felice.
Ancora un calibro in regalo, questa volta al nipote anzichè al genero.
Un vecchio calibro arruginito ma ancora funzionante, come il mio papà.
Che ha visto gli anni della gioventù, quelli della scuola di avviamento, quelli del lavoro all'arsenale come avvolgitore di motorini elettrici.
Quegli anni di cui uno stralcio ho dovuto leggere alla presenza di tutti perchè lui ha voluto così.
Gli anni del cane da caccia Otello, della neve di Bologna in cui si affondava, del mare di Gallipoli.
Tutti gli anni, novanta, della vita di mio padre così ricca di soddisfazioni, così dura.
Come la vita di tutti, ma diversa per ciascuno.
Sono contenta di farne parte.
Auguri papà.

venerdì 11 maggio 2012

STAGIONE DI PREMI

Questa volta mi impegno ed onoro meglio il gradito premio per blogger ricevuto da April.


Il regolamento del gioco prevede che riporti tre espressioni che mi rispecchiano al meglio.
Non potendo copiare quelle di April, che tuttavia mi calzavano a pennello, dirò:

Domani è un altro giorno, si vedrà.
La vita è solo un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia.
Dare è meglio che ricevere, ma ricevere ogni tanto è proprio una cosa grandiosa :-)

I sette blog che taggo, come da regolamento sono:


Buon premio a tutti!

mercoledì 9 maggio 2012

MAH ...

Che poi è facile. Sbagliare l'aggettivo.
Anche sbagliare una frase e cominciare con un che ma qui scrivo come viene.
Non soltanto qui. Scrivo come viene, parlo come viene.
Se avessi imparato a controllarmi, sarei ad un passo dalla maturità. 
Evidentemente questa cosa della maturità non fa per me.
Dicevo, l'aggettivo. Uno scrive obeso e avrebbe potuto anche scrivere robusto, leggermente grasso.
Il concetto fondamentalmente non cambia, la forma si.
Sono persona di sostanza, non di forma.
E' un limite? Forse. Tutto sommato io lo ritengo un pregio, il contrario dell'ipocrisia.
Sta di fatto che ho usato un aggettivo poco simpatico e soprattutto intendevo colpire una persona ma ho sbagliato mira e ne ho presa un'altra.
Capisco la rabbia conseguente, accetto anche l'insulto che ne è derivato.
Non capirò e non accetterò mai invece il non voler guardare, il non voler parlare, il non voler andare oltre l'apparenza. 
Il telefono sbattuto in faccia dopo due parole, senza darti la possibilità di controbattere. 
Il messaggio incomprensibile e pieno di cattiverie gratuite.
Non capirò e non accetterò mai il fatto che riesco ad andare più d'accordo con gli estranei (e non solo virtualmente) e che, per mia grande fortuna, ho degli amici sinceri e molto preziosi  mentre i più vicini, i familiari, conoscono un'altra Carla.
La Carla che, a quanto pare, ha dentro il nulla. 
Quella con cui è meglio non avere niente a che fare.
Vado oltre l'accaduto, ormai non ho più voglia di stare a spiegare la rava e la fava a chi non vuol sentire e vedere. 
Dispiaciuta, un po' ferita ma contenta di aver imparato (forse per sempre) una lezione: mio figlio devo guardarlo come guarderei me se non voglio farlo soffrire.