lunedì 28 novembre 2011

RIFLESSIONI

"Ho capito che tutto quel che accade ha un senso. Ma non un verso.
E' una cosa che mi hanno insegnato i figli (che forse sono come i principi azzurri): tu li vuoi portare da una parte e loro vanno dall'altra.
Tu semini tantissimi narcisi e improvvisamente crescono meravigliosi tulipani.
Ma tu volevi i narcisi, cacchio.
Poi però, quando vedi i tulipani, dici: "Sai cosa? Forse son perfino meglio i tulipani ... "
Questo è proprio bello. Perchè non è vero che non fioriscono; semplicemente fioriscono diversamente da come vorresti tu.
Invece le madri spesso hanno il vizio di credere di sapere già tutto. E fanno domande stupide.
I miei figli sono in affido. Che è una condizione ancora più strana rispetto all'adozione.
Loro sono fratelli, sanno chi sono padre e madre, ma non li vedono più perchè i loro genitori hanno perso la patria potestà.
Quindi entrare nella loro vita non è stato facile.
Ho dovuto anch'io in qualche modo partorirli. Sentire la loro presenza dentro.
Mi sarebbe piaciuto tanto riconoscere la mia pelle nella pelle dei miei figli. Sentirne l'odore e identificarlo come mio.
Soprattutto perchè erano già grandi. Lui otto anni e lei undici.
E' stata quella la cosa più faticosa all'inizio.
Non essere capace come bestia di sentirli cuccioli miei.
Mi dannavo e non ce la facevo.
Mi sentivo incapace, inerme, non sapevo come toccarli, dove toccarli, avevo paura di far loro del male.
Spesso i bambini in affido pungono. Sono ricci.
Si difendono, bisogna maneggiarli con cura.
Per loro, tutti sono potenziali carnefici, non si fidano.
Sono passati cinque anni da allora.
Di solito si dice: "Mi sembra ieri ..."
A me no. Mi sembra un'eternità."
(Luciana Littizzetto - L'educazione delle fanciulle)

venerdì 25 novembre 2011

LA LUNA DI TRAVERSO


"E poi quel maestro di danza non mi piace. E mi fa fare una parte da femmina. E io non ci voglio andare, io voglio solo fare il musical dell'anno scorso e stare con Sabrina."
"Federico ... ogni tanto ci pensi al fatto che nella giornata ti esprimi soprattutto con lamenti di ogni genere? E questo non mi piace, e quell'altro non mi piace ... ci saranno pure delle cose che ti piacciono o no?"
"No, la mia vita fa schifo e non mi piace niente."
"Federico!! Ma non puoi dire una cosa del genere a otto anni! E a quindici che farai allora?"
"Ma è vero ... "
"Niente, proprio niente ti piace?"
"Niente!"
"Scusa Arianna, se io ti chiedo cosa ti piace di quello che fai, tu che rispondi?"
"A me piace stare con voi mamma. Poi mi piace andare a scuola. Mi piace danzare, mi piace tanto cantare. E poi mi piace tantissimo quando abbiamo ospiti e mi piace quando viaggiamo. E mi piace il venerdì perchè mi vieni a prendere prima da scuola, e poi ..."
"Ecco Fede, qualcosa ci sarà pure anche per te ..."
"Ma tu non avevi mica spiegato bene la domanda mamma! A me piacciono l'amicizia, la gioia e la felicità. E te che mi servi per farmi le coccole così sono felice."


Altro che il sole e la luna.
Questi due sono il sole splendente e la luna di traverso.
E lui riesce ad essere anche più di traverso di me. Queste scene le ho già vissute: vedo e prevedo un'adolescenza drammatica ...

giovedì 24 novembre 2011

NOIA


Non devo avere più una vita particolarmente interessante visto che ho perso un po' la voglia di condividerla su questo blog.
Le giornate trascorrono uguali e ritmate dagli stessi impegni.
Colazioni con familiari assonnati e silenziosi.
Pause caffè in un bar che non è più lo stesso e non mi rilassa come un tempo.
Lavori domestici, qualche gioiello quando mi prende l'ispirazione che scarseggia nonostante la rinnovata proposta di mercatino.
Non ho ancora fatto questo genere di esperienza ma so già che non fa per me. Creare deve essere qualcosa di spontaneo; creare in grandi quantità con lo scopo di vendere non è per nulla affascinante, oltre che troppo faticoso per una pigra come me.
I pomeriggi, e ora anche i sabati mattina, trascorrono tra accompagnamenti vari a danza, clarinetto, riabilitazione o a seguire i bambini nei compiti e preparare la cena.
La sera non c'è tempo per la conversazione; mi riduco a leggere un libro, sorseggiare la mia camomilla bollente al retrogusto di melissa e attendere che dalla camera dei mostri non arrivi più alcun rumore per rimboccare coperte e spegnere la luce.
Non mi sto lamentando, non cerco nulla di diverso e di esaltante.
E' una vita serena e molto fortunata.
Penso solo che non valga la pena di trasmettere, attraverso queste pagine, la sottile noia che a volte mi prende .

lunedì 21 novembre 2011

UN SITO INTERESSANTE

Un sito interessante, scoperto grazie a mio marito ed al suo teacher di inglese.
Capitato a fagiolo in un momento di grande ansia per la scuola.
Condivido ogni parola

Perchè se mio figlio diventasse un bravo falegname, io sarei contenta come se si laureasse in medicina o ingegneria.
A patto che lo sia anche lui.

Perchè la scuola è imparare ad essere oltre che imparare a leggere, scrivere e contare.

Perchè siamo tutti diversi ma tutti uguali e tutti con lo stesso diritto di accoglienza e comprensione quando i nostri problemi non dipendono da noi.

Perchè parliamo di bambini e di un futuro che potrà essere nero o roseo anche in base a ciò che riusciamo a trasmettere loro, come scuola, come compagni di classe, come famiglie. E perchè loro hanno delle capacità che noi adulti abbiamo dimenticato.

Perchè non voglio che i miei figli diventino corpi che portano a spasso una testa e concentrino tutta la loro attenzione sull'intelligenza sul sapere e il risultato personale e sul "presunto" posto di prestigio che occuperanno nella società. Ho conosciuto molte teste di questo tipo, quasi tutte presuntuose. Preferisco che siano soddisfatti di se stessi e umili, sempre.

Perchè la creatività è ciò che di divino possiamo ritrovare in noi, anche se non crediamo in nessun Dio.

Oggi mi sento contenta delle scelte che ho fatto e faccio ogni giorno con fatica per i miei figli.

martedì 15 novembre 2011

AUTOMNE


L'autunno padano mi fa rimpiangere moltissimo le decine di caffè che pagavo al mio collega a Bari.
Della serie si stava meglio quando si stava peggio.

sabato 12 novembre 2011

12 NOVEMBRE 2011


Peccato solo non servirà a nulla ...
Coloro che apriranno la bocca con competenza, i tecnici, saranno presto spazzati via da chi lo fa per farvi entrare le mosche e mangiare a sbafo alla faccia nostra.

martedì 8 novembre 2011

RESPIRARE


Sembra così facile.
Respirare dico. E' qualcosa di naturale, di spontaneo.
Da quel primo momento in cui l'ostetrica di turno ci percuote con un colpetto per svuotare i polmoni di liquido residuo, parte la nostra vita, il nostro respiro.
E invece no, non è così scontato.
L'ho imparato a yoga. Ci sono tanti modi per respirare e tanto dice di noi il nostro respiro.
A volte è meglio fermarsi a pensare a quel soffio vitale e costringerlo per vie che non sono le solite.
Si scopre sempre qualcosa di nuovo a percorrere strade ignote e la scoperta può non piacerci tanto all'inizio, come non ci piace la prima ruga che vediamo specchiandoci, il primo capello bianco.
Poi, a guardare meglio, si scopre che quella novità ha un'altra faccia, positiva.
La ruga, il bianco, dicono della nostra vita, di quello che abbiamo imparato, di quello che abbiamo sofferto o per cui abbiamo troppo gioito.
Respiri diversi in questi giorni di assenza dal blog.
Respiri sereni in una città che amo da anni, da quando quindicenne ci andavo da sola in treno per raggiungere mia sorella.
Ho rivisto luoghi noti e amati, Colosseo, Piazza di Spagna, Fori e tanto altro.
Ho camminato sulla storia, ho camminato tra la gente, ho camminato con amici e mi sono sentita fortunata per essere tornata ancora qui. Nonostante non ci sia più nessuno che possa accogliermi nella sua casa, prepararmi  piatti mai assaggiati prima, farmi conoscere lo stravagante mondo del cinema e farmi sentire amata.
Respiri trattenuti nell'attesa di sapere se il mercatino per il quale ho lavorato tanto in questo mese si sarebbe svolto oppure no. 
La festa d'autunno è andata avanti senza di me. Non avevo l'attrezzatura idonea per esporre sotto la pioggia di questi giorni.
Respiri misti a singhiozzi e sensi di colpa inutili. Ma tanto lo sapevo già da tempo come sarebbero finiti i test sui disturbi di apprendimento di mio figlio. 
Quello che non sapevo è che ora si può ricominciare a respirare insieme, allo stesso ritmo come quando lui era ancora dentro di me.