domenica 16 dicembre 2012

SETTE


Sette i colori dell'arcobaleno.
Sette i nani e sette i capretti.
Sette i colli e sette i re.
Sette fanciulli e sette fanciulle inviati nel palazzo di "tuo padre" Minosse.
Sette virtù e sette vizi.
Sette i bracci del candelabro.
Sette gli dei della felicità.
Sette i doni dello Spirito e sette sono i sacramenti.
Sette le note musicali e con esse infinite melodie.
Sette meraviglie al mondo e sette i giorni nella settimana.
Sette sono i pezzi del Tangram.
Sette le vite di un piccolo gatto.
Sette spose per sette fratelli.
Sette i libri del maghetto.
Sette mesi e due anni quelli meno di tuo fratello.
Settimo cielo ho toccato vedendo per la prima volta la tua faccia buffa.
Sette sorrisi in uno solo, sette anni meravigliosi con te.
Auguri stellina!

lunedì 28 maggio 2012

90


Saranno venti anni che sento ripetere da mio padre che non gli resta molto tempo davanti.
E invece qualche giorno fa ne ha compiuti novanta di anni.
Circondato da quasi tutta la famiglia accorsa da ogni parte d'Italia per festeggiarlo.
Mancavano solo un paio di nipoti e una nuora.
Una figlia che lo avrà guardato ed accarezzato di certo dal cielo.
E' stato bello. 
Troppi piatti, troppi bicchieri, troppe posate e troppo cibo.
Era commovente l'ansia di mia madre affinchè fosse tutto perfetto.
Quel suo volermi mandare a comprare delle olive e delle mozzarelle (mi sono rifiutata) casomai il pranzo del catering non fosse stato sufficiente.
Sarebbe stato sufficiente a sfamare anche un esercito.
E in fondo lo siamo stati un piccolo esercito, compatti attorno al giovanotto che mi è sembrato più stanco e confuso del solito, ma felice.
Ancora un calibro in regalo, questa volta al nipote anzichè al genero.
Un vecchio calibro arruginito ma ancora funzionante, come il mio papà.
Che ha visto gli anni della gioventù, quelli della scuola di avviamento, quelli del lavoro all'arsenale come avvolgitore di motorini elettrici.
Quegli anni di cui uno stralcio ho dovuto leggere alla presenza di tutti perchè lui ha voluto così.
Gli anni del cane da caccia Otello, della neve di Bologna in cui si affondava, del mare di Gallipoli.
Tutti gli anni, novanta, della vita di mio padre così ricca di soddisfazioni, così dura.
Come la vita di tutti, ma diversa per ciascuno.
Sono contenta di farne parte.
Auguri papà.

venerdì 11 maggio 2012

STAGIONE DI PREMI

Questa volta mi impegno ed onoro meglio il gradito premio per blogger ricevuto da April.


Il regolamento del gioco prevede che riporti tre espressioni che mi rispecchiano al meglio.
Non potendo copiare quelle di April, che tuttavia mi calzavano a pennello, dirò:

Domani è un altro giorno, si vedrà.
La vita è solo un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia.
Dare è meglio che ricevere, ma ricevere ogni tanto è proprio una cosa grandiosa :-)

I sette blog che taggo, come da regolamento sono:


Buon premio a tutti!

mercoledì 9 maggio 2012

MAH ...

Che poi è facile. Sbagliare l'aggettivo.
Anche sbagliare una frase e cominciare con un che ma qui scrivo come viene.
Non soltanto qui. Scrivo come viene, parlo come viene.
Se avessi imparato a controllarmi, sarei ad un passo dalla maturità. 
Evidentemente questa cosa della maturità non fa per me.
Dicevo, l'aggettivo. Uno scrive obeso e avrebbe potuto anche scrivere robusto, leggermente grasso.
Il concetto fondamentalmente non cambia, la forma si.
Sono persona di sostanza, non di forma.
E' un limite? Forse. Tutto sommato io lo ritengo un pregio, il contrario dell'ipocrisia.
Sta di fatto che ho usato un aggettivo poco simpatico e soprattutto intendevo colpire una persona ma ho sbagliato mira e ne ho presa un'altra.
Capisco la rabbia conseguente, accetto anche l'insulto che ne è derivato.
Non capirò e non accetterò mai invece il non voler guardare, il non voler parlare, il non voler andare oltre l'apparenza. 
Il telefono sbattuto in faccia dopo due parole, senza darti la possibilità di controbattere. 
Il messaggio incomprensibile e pieno di cattiverie gratuite.
Non capirò e non accetterò mai il fatto che riesco ad andare più d'accordo con gli estranei (e non solo virtualmente) e che, per mia grande fortuna, ho degli amici sinceri e molto preziosi  mentre i più vicini, i familiari, conoscono un'altra Carla.
La Carla che, a quanto pare, ha dentro il nulla. 
Quella con cui è meglio non avere niente a che fare.
Vado oltre l'accaduto, ormai non ho più voglia di stare a spiegare la rava e la fava a chi non vuol sentire e vedere. 
Dispiaciuta, un po' ferita ma contenta di aver imparato (forse per sempre) una lezione: mio figlio devo guardarlo come guarderei me se non voglio farlo soffrire.



giovedì 3 maggio 2012

NOVE


Questo post non poteva proprio mancare. Mai interrompere una tradizione.


Erano nove anni fa. Scomparivi tra le mie mani. 
Ora arrivi con i tuoi capelli folti e spessi a sfiorarmi il mento.
Abbiamo un rapporto complicato noi due. Perchè tu lo sai quanto ti amo, come da qui alle stelle e ritorno e tu di più, e sai come mi fai arrabbiare.
Ma soltanto perchè sei uguale uguale a me. 
Sei il mio bambino prezioso, bello come il tuo sorriso raro. 
Sei un idealista e un finto duro. La mamma del tuo amico che mi ha chiamato ieri per dirmi quanto E. ci tiene a venire oggi alla tua festa per la stima che ti porta, mi ha ricordato di come sappiamo essere con le persone che ci capiscono e che sono simili a noi negli aspetti migliori. 
Tutte le sere prego davanti ai vostri letti che vi stiano lontani i pericoli, che non perdiate mai la strada, che cresciate sani e forti, che sappiate amare tanto e perdonare tanto, che possiate rialzarvi sempre e che la vita non sia troppo dura per voi. 
Oggi ti auguro che le mie preghiere vengano ascoltate e ringrazio Dio perchè lui sa, che al di là delle mie parole di sconforto per la fatica di crescervi, gli sono molto grata per il grandissimo dono che mi ha fatto della vostra vita.
Ti voglio un bene immenso figlio mio. Tanti tanti tanti tanti auguri!

mercoledì 2 maggio 2012

BLOG IN ... AFFIDABILE

Confesso. Il blog mi manca un po'.
Così come mi manca la frequentazione dei vostri bellissimi spazi.
Sono in un periodo in cui mi pervade la voglia di leggerezza e prendermi cura della mia "casetta" mi è davvero difficile.
Occuparsi di questo spazio richiede tempo, pazienza, dedizione.
E' il mio diario personale questo.
Ci scrivo da tanto tempo, dal 2008 quando ancora ero su Libero.
E ho riportato tra queste pagine virtuali gioie e dolori, curiosità e giochi.
Di tutto un po'.
Ora non riesco, ma so che tornerà anche per me il momento della concentrazione e del, diciamo così, outing.
Nonostante tutto la dolce Ilaria è riuscita ad assegnarmi il premio blog affidabile.
Davvero immeritato ma molto gradito.

Grazie Ilaria!
E devo ringraziare anche la mia amica April per avermi inserito tra i blog del cuore!
Al momento non riesco proprio a rispettare le regole dei due giochi e a nominare altri blog e dire qualcosa di me.
Il tempo è tiranno, la capacità di concentrazione scarsa.
Ma spero apprezziate il mio sincero ringraziamento.
A presto!

martedì 20 marzo 2012

CONFESSIONE

Domenica prossima ci sarà la prima confessione di mio figlio.
E io sono profondamente in crisi per lui e per me.
Ho scelto di fargli prendere i sacramenti fino alla comunione, perchè ...ormai non so più neanche io perchè.
Probabilmente per non farlo sentire diverso dai compagni, probabilmente perchè frequenta una scuola cattolica e sarebbe stato un controsenso non fargli seguire un analogo percorso anche fuori di lì.
Di certo perchè io sono credente ma ormai talmente lontana dal mondo ecclesiale che alla fine il controsenso è fargli fare quello che sta facendo.
Soprattutto considerando che lui ha le idee molto più chiare di me e non crede proprio in nulla.
Me lo immagino davanti al vecchio prete che a malapena conosce il suo nome.
Impacciato cercare nella sua mente bambina impossibili peccati da confessare.
Peccato, diceva il mio amato don Franco, è un'interiezione, non un sostantivo.
"Peccato! Avrei potuto fare il bene, ho fatto il male."
E il male qual è? Sbagliava forse la Maddalena perdonata da Gesù perchè aveva tanto amato?
Sbaglia un bambino quando cerca di affermare se stesso e mostrarsi al mondo per quello che è, farsi accettare?
Spero che i miei dubbi vengano accolti da chi sono certa in qualche modo mi ascolta.

sabato 3 marzo 2012

LEGGEREZZA


Sarà la primavera in arrivo e i nostri giochi mattutini, mentre andiamo a scuola.
Facciamo i cacciatori di gemme. A chi le vede per primo sugli alberi e tra i cespugli dei giardini delle antiche case che costellano il viale sul quale abitiamo.
Sarà stata la meravigliosa giornata alle terme con le amiche. 
Il vento caldo, creato con passi sgraziati e stracci sdruciti dal maestro di sauna, che schiaffeggia all'improvviso le guance; mentre me ne sto lì sulle assi di legno, rannicchiata, ginocchia contro pancia, ad occhi chiusi.
Le palle di ghiaccio profumate che sfrigolano un momento soltanto tra i carboni ardenti e poi si fondono nella luce soffusa.
E uscire all'aperto in un costume da bagno, che indosso meglio dell'estate scorsa, senza avvertire freddo.
Saranno i momenti gioiosi trascorsi con amiche lontane nello spazio e nel tempo, ma di nuovo vicine grazie al potere della rete.
Saranno le canzoni, i libri, le idee, certi moti dell'anima, il ri-trovarsi in uno specchio tutto mio.
Sarà quel che sarà ... non mi spaventa l'influenza della piccola, non mi sconvolge il muso lungo di mio marito.
Sugli scatti di ansia e rabbia di mio figlio, devo ancora lavorare.
Ma ultimamente sento tanta leggerezza dentro, ed è una bella sensazione.

giovedì 16 febbraio 2012

FUTURO



Mercredi, jour des enfants, la fille de Licia Ronzulli a de nouveau accompagné sa maman dans l'hémicycle du Parlement Européen. (foto tratta da Le Figaro)

Io ricordo ancora quando il mio responsabile si arrabbiò tantissimo all'annuncio della mia prima gravidanza e si premurò di ricordarmi che ero assunta ancora con un contratto di formazione e lavoro.
Nessuna possibilità per le donne senza strutture adeguate.
Quando?

martedì 14 febbraio 2012

500 BATTUTE D'AMORE


Ripubblico un post di due anni fa, perchè mi ha divertito e anche un po' commosso rileggerlo.


NUMERO 1 ispirato dal recente "dibattito" su dialetto e proverbi
Quando ero una ragazzina, gli amici mi canzonavano:
"San Valentino, la festa di ogni cretino. Chi crede di essere amato è solo stato fregato!"Quando è cominciata la mia storia con te, le amiche mi ammonivano:
"Gli alti son buoni per cogliere i fichi, i bassi per diventar mariti!"Oggi non ascolto più proverbi.
L'amore si vive, non si racconta.
Viviamolo ancora, amore mio!

NUMERO 2 istigato dall'odioso proliferare di volantini pubblicitari

Le stelle erano tante, milioni di milioni
Il mio 
cuore ... di panna
 montata, quella notte.
Avrei voluto dirglielo con un 
bacio
 ma lei mi gelò:"Solo un diamante è per sempre. Lui è appena tornato."Dovevo essere l'unica persona al mondo a non sapere chi lei fosse
poi le urla del vicino mi risvegliarono dal mio sogno:
"Abbassate il volume della tv!"


NUMERO 3 dedicato con tutto il  a mio marito
Negli anni parole e lacrime non sono mancate.
Come si conviene ad ogni vera storia d'amore.
Ti ho scritto lunghe lettere quando non riuscivo a guardarti.
Ricordo quel tuo primo nero inchiostro di risposta: "Sei così bella.
Sembri un ramo fragile in mezzo al vento. Ma sei così forte…"
Non scrivo e non piango più.
Accarezzo la tua ruga sorridente all'angolo dell'occhio.
Cincischio con il neo vicino alle labbra.
Ti guardo, penso siamo ancora qui.
E' la vita, più bella e forte dell'amore.


NUMERO 4 a grande richiesta per l'amica CARPE
E poi, la cosa più bella sai qual è?
Che non dormo su un divano a casa di mia madre con accanto un lettino da campeggio e una bimba appena nata.
E nemmeno in un letto vuoto di un'elegante e romantica camera in mansarda, circondata da legno, pietra e paure.
Ma in un'anonima stanza di una casa in affitto, accanto ad un marito contento.
E questo è sufficiente a cancellare qualsiasi nostalgia.

NUMERO 5 da mio figlio, la più bella dichiarazione d'amore mai ricevuta
La mattina siamo sempre di fretta.
Lui oggi ha il braccio sollevato sul viso, la mano premuta contro il suo naso.
"Amore, togli quella manina, non riesco ad abbottonarti il grembiule."
"Non posso mamma, sto annusando."
"Cosa senti?"
"Il profumo del bacio che hai dato alla mia mano quando mi hai svegliato."


A me piaceva molto il numero due. Voleva essere una parodia delle pubblicità. Ma l'avevo capita solo io ...
Auguri a tutti coloro che riescono a dire a qualcuno: "Ti voglio bene!"

giovedì 9 febbraio 2012

PRIMAVERA


Lo so, fuori c'è ancora tanto ghiaccio e sono previste nevicate.
Sembra strano parlar di primavera ma di fatto è già nell'aria.
Lo ricorda il calendario taoista sistemato nella scuola di yoga, con la sua lancetta quasi al termine della fase yin.
Me lo dicono i miei capogiri, tali e quali a quelli dello scorso anno.
Lo suggerisce la luce, che stenta ad andar via di sera.
I bulbi di narciso continuano la loro corsa verso il cielo per sbocciare di nuovo.
E così mi sento anch'io in questi giorni, con nuove energie, pronta a ricominciare.

venerdì 3 febbraio 2012

E NEVICO'


Va bene, è stato bello.
Abbiamo fatto il pupazzo. Speriamo che i condomini non ci dicano nulla.
La neve ha reso tutto gentile, perfetto e liscio, come dice Arianna.
Mi è piaciuto il crepitio che fa quando cade a ciuffi tra le foglie mentre si scioglie.
Mi è piaciuto vederla brillare al sole.
Però mò avast !!!

martedì 31 gennaio 2012

IN ARRIVO IL FREDDO

Sembrava che gennaio facesse apposta a tormentare la merla con il suo gelo, e alla fine il povero uccello, che non trovava più niente da mangiare, andò a chiedergli:
"Gennaio, me lo faresti il favore di andare via un po' prima?"
E lui, che tirava avanti da ventotto giorni: "Proprio non posso, io faccio il mio mestiere e duro quanto devo durare."
Allora la merla decise di usare l'astuzia.
L'inverno dopo ammucchiò un bel po' di provviste, poi si rintanò dentro un tronco cavo per tutto il mese e, appena gennaio se ne andò, uscì fuori fischiando:
"Di te non me ne importa, importa, importa! E quando te ne vai chiudi la porta!"
Ma a gennaio non piaceva essere preso in giro, e si offese talmente che andò da suo fratello febbraio per farsi prestare tre giorni.
Poi scatenò una tale bufera che la merla scampò per miracolo.
Andò a finire che gennaio decise di tenersi quei giorni in più e li fece diventare i più freddi dell'anno, mentre suo fratello dovette accontentarsi dei ventotto che gli erano rimasti.
E la merla?
Il freddo era tale che dovette rifugiarsi dentro un comignolo e ne uscì tutta nera di fuliggine.
Per questo i merli, che fino ad allora erano bianchi, hanno le penne nere come il carbone.

Se comincia a nevicare, giuro che mi tappo in casa come il merlo e me ne frego della scuola, del catechismo, della danza, del clarinetto, della psicologa e pure delle lezioni di yoga!

lunedì 30 gennaio 2012

CONFUSIONE

Si accavallano troppi pensieri.
Troppe cose da fare, troppi ricordi, troppe sensazioni, troppo.
Tocca fare ordine e silenzio.

mercoledì 25 gennaio 2012

MANCA LA TERRA SOTTO I PIEDI

E' una sensazione orrenda.
Ci metti sempre quei due, tre secondi, forse più, per renderti conto di cosa stia succedendo.
Io, ad esempio, per un attimo ho pensato fosse il treno che passa vicino casa.
Ma nessun treno transitava in quel momento e quando mi sono sentita spingere all'indietro, ho realizzato e sono uscita nell'androne delle scale.
Sono rimasta lì a guardare a vista il lampadario del soggiorno, immobile.
L'orologio a forma di fiore che sta in cima ad un sottile bastoncino di metallo, tremava ancora.
Ho deciso di rientrare in casa ma mi sono infilata le scarpe per precauzione e ho lasciato cappotto e telefono vicino alla porta di ingresso.
Sto in ansia per i bambini. Forse non se ne saranno neanche accorti, magari invece avranno avuto paura.
Come me nel 1980, quando passammo la notte fuori.
Eravamo accanto alla macchina da cucire di mamma e lei lavorava a dei sacchetti colorati che avrebbe appeso all'albero di Natale.
Non capivo perchè continuava a dirmi di smettere di spingere la macchina, visto che io ero immobile e intenta ad osservarla.
Sentimmo mio padre dalla cucina che con voce alta e leggermente preoccupata diceva: "Anna prendi i bambini e andiamo. C'è il terremoto."
Solo allora ci accorgemmo della forte ondulazione dei lampadari.
Passammo la notte fuori, ricoverati in un piccolo gabbiotto che fungeva da portineria per il deposito locomotive.
Ogni piccola scossa di assestamento nei giorni successivi ci incuteva paura.
Dormivamo con le scarpe vicino al letto e i cappotti a portata di mano.
Guardavamo i telegiornali che parlavano di morti, macerie, mostravano immagini di nonne in lacrime e vigili del fuoco o gente comune che scavava.
Qualcuno fu trovato ancora vivo diversi giorni dopo quel 23 novembre e noi bambini seguivamo quelle notizie con paura e attenzione.
Mi auguro sia finita qui e che non ci sia da rivivere certi ricordi.

venerdì 20 gennaio 2012

HIVER


La cosa buona dell'inverno è che tè e letture hanno più gusto.

martedì 17 gennaio 2012

LA VITA E' SEMPRE LA NOTIZIA PIU' BELLA


Abbiamo condiviso una scrivania e degli appunti.
Abbiamo mangiato alla stessa tavola e scherzato sulla mania della sua fidanzata di rilavare a fondo le pentole se solo presentavano un leggero alone arcobaleno.
Abbiamo avuto paura degli stessi esami e degli stessi professori.
Non ricordo più quando A. si è laureato, nemmeno esattamente quando ha cominciato la sua vita in Piemonte per lavoro.
Ricordo perfettamente invece come la sua casa di studente fuori sede fosse sempre aperta: bastava citofonare e si era accolti per una chiacchiera, una merenda, una spiegazione.
Non ci siamo mai persi di vista, o meglio, siamo sempre rimasti in contatto anche se purtroppo solo nelle occasioni canoniche.
Tutti gli anni si stupisce di come io riesca a ricordare la data del suo compleanno e da qualche tempo mi è molto più facile perchè cade il giorno prima di quello di mio figlio.
Sapere oggi che assistere al parto della sua compagna è stata l'emozione più forte della sua vita, ha fatto emozionare e commuovere anche me.
Grazie per il messaggio!
E auguri a voi tre, Peter Pan, Trilly e L.

lunedì 9 gennaio 2012

MONOPOLI


L'avevano ricevuto in dono i mostri non ricordo quanto tempo fa.
Ci giocavano, non senza diletto, quasi fosse una tavola dell'oca.
Realizzato che non ne conoscevano le regole, non sapevano a cosa servissero le case verdi e gli alberghi rossi, cosa fosse un'asta e tanto meno un'ipoteca, non ho potuto resistere.
Ieri si è svolta la prima partita familiare di Monopoli.
E' durata due ore e si è conclusa alla prima bancarotta per incontenibile crisi isterica del giocatore che non tollera di poter perdere.
Mi è sempre piaciuto molto il Monopoli.
Eravamo in cinque, quattro femmine di età compresa tra sei e dodici anni e un maschio di nove. Il tavolo, sempre lo stesso. Le partite, lunghissime.
Ricordavo ancora abbastanza bene tutte le regole.
Certo son cambiati i segnalini e non c'è più il mio amato funghetto, scambiato tristemente con un metallico ditale. D'altronde il ditale ormai mi si addice.
Sono cambiati i prezzi dei terreni e delle case così il gioco si è mantenuto decisamente al passo con i tempi!
Da adulti non è più solo un passatempo, il Monopoli è la metafora della vita.
Ci sono gli imprevisti a cui far fronte e le possibilità di essere felice per un po'.
Si passa sempre dal via prima o poi e tocca ricominciare da zero, spesso senza neanche il contentino dei duecento "euro" (come si chiameranno i soldi del gioco?) perchè si capita subito sulla casella della tassa patrimoniale.
Non si può mai star tranquilli: basta trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato ed è finita, sei fuori gioco.
Bisogna saper fare affari, contrattare, convincere, blandire l'avversario affinchè ti ceda corso Raffaello di modo che tu possa fare tris e risollevare il tuo patrimonio e il tuo umore.
In questo non sono brava, nè nel gioco, nè nella vita. 
Io e la diplomazia siamo due poli opposti che neanche si attraggono.
Il viale dei Giardini e il Parco della Vittoria restano spesso un sogno irrealizzabile, ma in fondo che importa? Anche la casetta ai Bastioni Gran Sasso è una soddisfazione.
Si finisce in prigione, senza un perchè. Come quando vorresti volare ma non hai ali, stai per sorridere ma una parola sbagliata ti impedisce di farlo.
Non ho vinto, non ho perso. Le mie tre stazioni (oh amati treni!) mi hanno consentito di sopravvivere dignitosamente, di pagare la cauzione le quattro volte che sono finita in prigione, di non avere debiti con nessuno.
Sarebbe bello se la vita reale andasse allo stesso modo e finora sono stata molto fortunata.
Ma una cosa è certa: se dovessi perdere, non smetterei di sognare.

domenica 8 gennaio 2012

E QUANDO ...

... pensi di aver trovato un equilibrio, un senso e uno scopo e sei convinta che stai dando il meglio di te.
Quando credi che certi fantasmi non riappariranno perchè i fantasmi non esistono.
Quando ti senti realizzata per le cose semplici che fai, sei felice di aver lavorato tanto per esse e intravedi la strada davanti a te.
Qualcuno ti ricorda che non è abbastanza, che si viaggia a velocità diverse.
Non so se ti raggiungerò mai.

giovedì 5 gennaio 2012

2012

Il 2011.
L'anno dei quaranta.
L'anno degli occhiali e della disortografia.
L'anno del clarinetto e del rinnovato amore per la danza.
L'anno di Madrid, Firenze, Roma, un pezzetto di Piemonte e due puntatine in Veneto.
L'anno della polmonite.
L'anno del ritrovarsi.
L'anno della prima elementare.
L'anno di storia, scienze e geografia.
L'anno in cui è ricomparso un regalo per me sotto l'albero.
L'anno della mostra di gioielli e di due mancati mercatini.
L'anno della sesta casa in nove anni.
Un anno sereno, senza grandi preoccupazioni, senza lunghe liti, senza tante lacrime.
Con la speranza di riuscire a fare meglio nel 2012.
Se Dio vuole  ...
Buon anno nuovo!