mercoledì 9 maggio 2012

MAH ...

Che poi è facile. Sbagliare l'aggettivo.
Anche sbagliare una frase e cominciare con un che ma qui scrivo come viene.
Non soltanto qui. Scrivo come viene, parlo come viene.
Se avessi imparato a controllarmi, sarei ad un passo dalla maturità. 
Evidentemente questa cosa della maturità non fa per me.
Dicevo, l'aggettivo. Uno scrive obeso e avrebbe potuto anche scrivere robusto, leggermente grasso.
Il concetto fondamentalmente non cambia, la forma si.
Sono persona di sostanza, non di forma.
E' un limite? Forse. Tutto sommato io lo ritengo un pregio, il contrario dell'ipocrisia.
Sta di fatto che ho usato un aggettivo poco simpatico e soprattutto intendevo colpire una persona ma ho sbagliato mira e ne ho presa un'altra.
Capisco la rabbia conseguente, accetto anche l'insulto che ne è derivato.
Non capirò e non accetterò mai invece il non voler guardare, il non voler parlare, il non voler andare oltre l'apparenza. 
Il telefono sbattuto in faccia dopo due parole, senza darti la possibilità di controbattere. 
Il messaggio incomprensibile e pieno di cattiverie gratuite.
Non capirò e non accetterò mai il fatto che riesco ad andare più d'accordo con gli estranei (e non solo virtualmente) e che, per mia grande fortuna, ho degli amici sinceri e molto preziosi  mentre i più vicini, i familiari, conoscono un'altra Carla.
La Carla che, a quanto pare, ha dentro il nulla. 
Quella con cui è meglio non avere niente a che fare.
Vado oltre l'accaduto, ormai non ho più voglia di stare a spiegare la rava e la fava a chi non vuol sentire e vedere. 
Dispiaciuta, un po' ferita ma contenta di aver imparato (forse per sempre) una lezione: mio figlio devo guardarlo come guarderei me se non voglio farlo soffrire.



14 commenti:

  1. gulp... post difficile: da scrivere - sicuramente - e per me da capire
    però, pur non sapendo di cosa parli, mi viene un pensiero...
    è facile andare d'accordo con gli estranei... loro che ne sanno di noi e dei nostri problemi, dei nostri veri momenti di buio e di luce, della fatica di andare avanti ogni momento e non solo quando stiamo o parliamo con loro?
    la famiglia ci guarda con occhi diversi...e anche noi la guardiamo nello stesso modo: chiediamo molto e, parlo per me, forse sono più sgradevole di come sono con gli altri.
    Ma dire che hai dentro il nulla... proprio no, non pensarlo, e non lasciartelo dire da nessuno...

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    1. Io sono senza dubbio più sgradevole con i miei familiari, così come Federico pare essere tranquillo fuori e rabbioso dentro casa. Ma perchè poi? Il clichè? L'etichetta che ti appiccicano fin da piccoli? Mi rendo conto che definisco spesso mio figlio arrabbiato, nervoso ed egoista e mia figlia buona, gentile e sorridente. Ma poi loro chi sono davvero? Vale la pena domandarselo e avere il gusto di conoscere anche i più vicini.

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  2. è facile ferire chi ci ama di più, frequente non capirsi con mamme e fratelli, doloroso sentire un distacco che però segna la nostra via diversa
    (chi ci ama sa ferirci come nessun estraneo potrà mai)

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    1. Nuvola, chi ti ama non dovrebbe fare dichiarazioni drastiche. La mia porta sarà sempre aperta, ma ora aspetto che vengano a bussare. Devo fare la mia strada.

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  3. non preoccuparti!" può succedere!!! io a volte per capire na cosa la riferisco a me stesso e vedo come avrei reagito. Le sorprese sono state tantissime , da parte mia!!! :))) Occorre un pò di ironia benevoila, di saper sorridere, di comprensione, ecc... La reazione che hai avuto è indice di cattiveria gratuita, a mio avviso e non va manco presa in considerazione. Ma io farei finta di niente e le acqu si calmano, magari con un invito a cena! Le conflittualità sono sempre latenti fra vicini di nome e di fatto. Pensa quello che succede fragovernanti!! E fra i politici? dove basta na parolina in più o in meno per far cadere un governo?? Via, occorre stare solo un pò più accorti e ....poi avere a che fare con della gente educata! :)) Ciao e fatti viva! tt

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    1. Eh insomma Tramp, non è mica facile sorridere se ti viene detto che non si vuole più avere a che fare con te e per una cosa veramente banale in fin dei conti. L'invito a cena nel caso in questione non si può fare, ma come ho detto a Nuvola, la mia porta resterà comunque aperta. Non ho più voglia tuttavia di giustificarmi ancora con chi non mi vuole conoscere fino in fondo. Passerò dal tuo blog, promesso! Ciao.

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    2. ciao. Vorrei fosse chiara na cosa: io non passo dal tuo blog perchè tu ti senta in dovere di passare dal mio!! Manco per niente, se no sembra che stia a chiedere l'elemosina!:))) Penso d'essermi spiegato. Da me è sempre un pò difficile intervenire, lo so. Difatti ormai quelli che hanno il coraggio di intervenire sono ridotti al lumicino:))Ma finchè ne rimane uno solo, va sempre bene!!:) Comunque , tornado a noi ti dico che se io reputo, da te come da tutti gli altri, che l'argomento sia interessante intervengo, altrimenti lascio un saluto simpatico e via! :)) pour parler, chiaramemte! e sorridendo. tt

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  4. Maturità intesa come ragione? L'età della ragione di Sartre ad es...

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    1. Hai ragione anche tu, cosa voglio di più :))) Ciao Bob, io sono un'irrazionale e passionale, razionale solo nelle cose pratiche per deformazione cultural-professionale. Poteva essere una poesia in rima per il tuo concorso :)

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  5. Di più... oserei dire! (e mi tiro su il baffo!)

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  6. sai un po' ho pensato a sto post, e un po' non so che scrivere, perchè i rapporti con i familiari sono sempre i più difficili da gestire, perchè ci colpiscono più degli altri e ci fanno ovviamente far star male ancor di più. Mettere tanto tempo per rimediare, non conviene...perchè il tempo cristallizza e poi è peggio....c'è di positivo in questa situazione che come ci feriscono di più con i familiari è più facile rompere il ghiaccio....o no?:) in bocca al lupo!:))

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  7. mi dispiace... spero si risolva tutto in meglio :*

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