Sembrava che gennaio facesse apposta a tormentare la merla con il suo gelo, e alla fine il povero uccello, che non trovava più niente da mangiare, andò a chiedergli:
"Gennaio, me lo faresti il favore di andare via un po' prima?"
E lui, che tirava avanti da ventotto giorni: "Proprio non posso, io faccio il mio mestiere e duro quanto devo durare."
Allora la merla decise di usare l'astuzia.
L'inverno dopo ammucchiò un bel po' di provviste, poi si rintanò dentro un tronco cavo per tutto il mese e, appena gennaio se ne andò, uscì fuori fischiando:
"Di te non me ne importa, importa, importa! E quando te ne vai chiudi la porta!"
Ma a gennaio non piaceva essere preso in giro, e si offese talmente che andò da suo fratello febbraio per farsi prestare tre giorni.
Poi scatenò una tale bufera che la merla scampò per miracolo.
Andò a finire che gennaio decise di tenersi quei giorni in più e li fece diventare i più freddi dell'anno, mentre suo fratello dovette accontentarsi dei ventotto che gli erano rimasti.
E la merla?
Il freddo era tale che dovette rifugiarsi dentro un comignolo e ne uscì tutta nera di fuliggine.
Per questo i merli, che fino ad allora erano bianchi, hanno le penne nere come il carbone.
Se comincia a nevicare, giuro che mi tappo in casa come il merlo e me ne frego della scuola, del catechismo, della danza, del clarinetto, della psicologa e pure delle lezioni di yoga!